10 maggio 1824: apriva i battenti la National Gallery di Londra
Un anno di eventi itineranti per i suoi 200 anni. Il bicentenario della storica istituzione britannica annuncia l’allettante programma del 2024, specificandone la cadenza mensile
Situato nell’emblematica Trafalgar Square, conta ad oggi una tra le collezioni d’arte più rinomate al mondo. A renderle onore, festival di piazza, avanguardisti progetti espositivi e, addirittura, appuntamenti artistici in itinere. Il bicentenario della storica istituzione National Gallery, annuncia l’allettante programma del 2024, specificandone la cadenza mensile. Ripetutamente ampliata per conservare uno tra i patrimoni artistici più variegati e ricercati dal XIII al XX (ad oggi 2300 opere), la galleria ha preso parte al programma NG200, un’iniziativa realizzata con l’appoggio del progetto internazionale National Treasures. Ben dodici capolavori verranno infatti trasferiti da Trafalgar Square a distinti musei del Regno Unito, accorciando gli scomodi confini fisici tra il pubblico e la scena artistica globale. L’intramontabile valenza del Rinascimento italiano, vanterà un ruolo cardinale tra le numerose opere in questione. La Cena in Emmaus di Caravaggio, sino al primo settembre, verrà esposta all’Ulster Museum di Belfast, mentre l’Autoritratto nelle vesti di Santa Caterina di Alessandria firmato Artemisia Gentileschi è custodito a Birmingham. Seguono i capolavori degli inglesi John Constable e William Turner, accompagnati dai Velazquez, Renoir, Monet, e Vermeer. Alla National Library of Wales spicca una veduta di Canaletto, mentre registra la sua prima uscita dalla collezione londinese, la Venere e Marte di Botticelli, in trasferta al Fitzwilliam Museum di Cambridge fino al 10 settembre. Accurata è la diramazione geografica dell’Art Road Trip, progetto itinerante che approderà in diverse città del Paese, portando un’elettrica scia di workshop, laboratori, festival e incontri mirati, organizzato in collaborazione con istituzioni e associazioni culturali locali. Culmine della stagione sarà invece lo speciale dedicato a Van Gogh, previsto per il mese di settembre.
Il bicentenario e i suoi fervori
Il calendario è colmo, i convegni sono imperdibili. Tra le numerose date, quella del 21 luglio pone fine alla mostra “All’ultimo Caravaggio”, contraddistinta dall’esposizione del Martirio di Sant’Orsola in prestito dalle Gallerie d’Italia di Napoli, esposta a confronto con la Salomè che stringe la testa del Battista, preservata tra le collezioni del museo inglese. Dirigendo lo sguardo al futuro, il 2025 prevede tra i suoi protagonisti tutt’altra epoca storica. La prima metà del Trecento segnata dalla Scuola Senese primeggerà con i capolavori appartenenti a Simone Martini, i fratelli Pietro e Ambrogio Lorenzetti e Duccio di Buoninsegna. Commissionata all’artista britannico Jeremy Deller per il bicentenario, sarà la performance The Triumph of Art, ispirata alla festosa processione che circonda le figure di Bacco e Arianna nell’omonimo dipinto di Tiziano. L’idea concepita dalla performance vorticherà attorno al concetto di collaborazione e partecipazione, includendo realtà come il The Box e il Plymouth, Mostyn a Llandudno, il Duncan of Jordanstone College of Art & Design di Dundee e The Playhouse a Derry/Londonderry, culminando con lo spettacolo estivo del 2025 nel cuore di Trafalgar Square.
Nel frattempo a Londra
Tra le strade della capitale inglese, è in corso il rinnovamento della National Gallery. Affidato allo studio dell’architetta tedesca Annabelle Selldorf, il progetto di modernizzazione mira a seguire le orme dell’Ala Sainsbury, il più recente ampliamento di inizio anni Novanta, a opera di Denise Scott Brown e Robert Venturi; seguiti dall’inevitabile pedonalizzazione della piazza del 2004. Lo studio Selldorf provvederà all’inaspettata mutazione dell’ingresso principale, così come a un Centro di Ricerca nel Wilkins Village, e alla pianificazione di spazi espositivi appendice. L’impeccabile tabella di marcia è stata però rallentata da una folgorante scoperta archeologica. I Sassoni hanno bussato alle porte del mondo moderno, dissotterrando resti archeologici fino ad’oggi soffocati dall’impenetrabile cemento londinese di Jubilee Walk, sentiero d’importanza storica che conduce da Trafalgar Square a Orange Street.
Sibilla Panfili