17 Obiettivi per trasformare il Pianeta
L’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile
A New York si è appena conclusa la 74esima sessione dell’Assemblea Generale annuale dell’ONU, in cui sono stati esaminati i progressi del cammino verso l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e i 17 obiettivi stabiliti dalle Nazioni Unite. Nel presentarli, le Nazioni Unite si sono occupati anche delle riforme della finanza globale, e debito, disuguaglianza e clima sono stati al centro dell’attenzione; inoltre sono stati individuati gli investimenti prioritari e poste le sfide a livello normativo per ogni Stato o comunità.
Per quanto riguarda l’Italia e il raggiungimento dei 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Onu, siamo al di sotto della media in 8 obiettivi su 17. Gli ambiti più critici sono legati alle disuguaglianze, con povertà e rischio di esclusione sociale, e alla lotta contro il cambiamento climatico: sono in aumento i fenomeni meteorologici estremi, come alluvioni e siccità, e la cattiva gestione del territorio è indicata tra le principali criticità su cui occorre lavorare urgentemente.
L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile è un programma d’azione per le persone, il Pianeta e la prosperità, sottoscritto nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU. Essa ingloba 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile – Sustainable Development Goals, SDGs – in un grande programma d’azione che individua 169 traguardi. L’avvio ufficiale degli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile ha coinciso con l’inizio del 2016, guidando il mondo sulla strada da percorrere nell’arco dei prossimi 15 anni: i Paesi, infatti, si sono impegnati a raggiungerli entro il 2030; nessuno è escluso, e nessuno deve essere lasciato indietro lungo il cammino necessario per portare il mondo sulla strada della sostenibilità. Ecco i 17 Obiettivi.
Obiettivo 1. Sradicare la povertà in tutte le sue forme e ovunque nel mondo.
Ancora oggi più di 800 milioni di persone – delle quali circa il 70 per cento sono donne – vivono in condizioni di estrema indigenza. L’Agenda 2030 per uno sviluppo sostenibile si pone come obiettivo di eliminare completamente la povertà estrema entro il 2030.
Obiettivo 2. Porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare, migliorare l’alimentazione e promuovere l’agricoltura sostenibile.
Nel mondo sono ancora numerose le persone che patiscono la fame o soffrono di malnutrizione. A causa del rapido incremento della domanda di alimenti a livello mondiale, si stima che la loro produzione dovrà essere più che raddoppiata entro il 2050. Circa il 70 per cento delle persone denutrite dipende, in modo diretto o indiretto, dall’agricoltura per la propria sopravvivenza: sono infatti proprio i piccoli agricoltori a correre il rischio di denutrizione.
Obiettivo 3. Garantire una vita sana e promuovere il benessere di tutti a tutte le età.
Gli OSM (Obiettivi di Sviluppo del Millennio hanno contribuito in modo significativo a migliorare la salute a livello globale, sostenendo la lotta contro malattie come l’AIDS, la tubercolosi e la malaria. Dal 2000 i decessi dovuti alla malaria sono diminuiti, ad esempio, del 60 per cento. Tuttavia, in molti ambiti i risultati sono ancora inferiori alle aspettative, come nella riduzione del tasso di mortalità infantile e materna.
Obiettivo 4. Garantire un’istruzione di qualità inclusiva ed equa e promuovere opportunità di apprendimento continuo per tutti.
Tutti i bambini, i giovani e gli adulti, in particolar modo i più emarginati e vulnerabili, devono poter accedere a un’istruzione e a una formazione adeguate alle loro esigenze e al contesto in cui vivono. L’istruzione contribuisce infatti a creare un mondo più sicuro, sostenibile e interdipendente.
Obiettivo 5. Raggiungere l’uguaglianza di genere e l’autodeterminazione di tutte le donne e ragazze.
Le disparità di genere costituiscono uno dei maggiori ostacoli allo sviluppo sostenibile, alla crescita economica e alla lotta contro la povertà. Promuovere l’uguaglianza di genere e l’empowerment delle donne ha consentito di fare significativi progressi nella scolarizzazione delle ragazze e nell’inserimento delle donne nel mercato del lavoro. Il tema della parità dei sessi ha ottenuto una notevole visibilità ma, considerato il quadro molto circoscritto, non è stato possibile affrontare altre tematiche importanti, come la violenza sulle donne, le disparità economiche e la scarsa presenza delle donne negli organismi decisionali a livello politico.
Obiettivo 6. Garantire la disponibilità e la gestione sostenibile di acqua e servizi igienici per tutti.
L’accesso all’acqua potabile e ai servizi igienici di base è un diritto umano, e rappresenta un fattore determinante per tutti gli aspetti dello sviluppo sociale, economico e ambientale. Sebbene i target relativi all’acqua potabile e ai servizi igienici siano stati integrati negli OSM, altri aspetti cruciali per lo sviluppo sostenibile, come la gestione delle risorse idriche, lo smaltimento delle acque reflue, la qualità dell’acqua e la riduzione della vulnerabilità nei confronti delle catastrofi legate all’acqua non sono stati affrontati nell’ambito degli OSM.
Obiettivo 7. Garantire l’accesso all’energia a prezzo accessibile, affidabile, sostenibile e moderna per tutti.
L’accesso all’energia è un presupposto imprescindibile per la realizzazione di molti obiettivi di sviluppo sostenibile che esulano dal settore energetico, come l’eliminazione della povertà, l’incremento della produzione di derrate alimentari, l’accesso ad acqua pulita, il miglioramento della salute pubblica, l’ampliamento della formazione, l’incentivazione dell’economia e la promozione delle donne. Ad oggi 1,6 miliardi di persone nel mondo non hanno accesso all’elettricità, e 2,5 miliardi di persone dipendono dalla biomassa tradizionale come fonte di energia.
Obiettivo 8. Promuovere una crescita economica duratura, inclusiva e sostenibile, la piena occupazione e il lavoro dignitoso per tutti.
Secondo i dati attuali, nel mondo sono più di 200 milioni le persone senza fonte di guadagno, soprattutto giovani. Lavoro e crescita economica contribuiscono in modo determinante a debellare la povertà. La promozione di una crescita sostenibile e di un’economia verde nonché la creazione di un numero sufficiente di posti di lavoro dignitosi, congiuntamente al rispetto dei diritti dell’uomo e dei limiti del nostro Pianeta, hanno un’importanza cruciale sia per i Paesi in via di sviluppo sia per quelli emergenti e industrializzati.
Obiettivo 9. Costruire un’infrastruttura resiliente, promuovere l’industrializzazione inclusiva e sostenibile e sostenere l’innovazione.
Gli investimenti in infrastrutture sostenibili e nella ricerca scientifica e tecnologica favoriscono la crescita economica, creano posti di lavoro e promuovono il benessere. Nei prossimi 15 anni, soprattutto nei Paesi emergenti e in via di sviluppo, dovranno essere realizzati progetti infrastrutturali per importi miliardari.
Obiettivo 10. Ridurre le disuguaglianze all’interno dei e fra i Paesi.
Le disuguaglianze globali sono molto ampie e rappresentano uno dei maggiori ostacoli allo sviluppo sostenibile e alla lotta contro la povertà. Negli ultimi anni in molti Paesi le disuguaglianze sono aumentate. Esse limitano le possibilità di alcuni settori della società di partecipare alla vita sociale, culturale, politica ed economica e di apportare un contributo utile.
L’obiettivo esige che il tasso di crescita del reddito del 40 per cento della popolazione più povera sia incrementato in modo durevole. Inoltre, entro il 2030 tutti dovranno avere diritto all’empowerment e l’inclusione sociale, economica e politica dovrà essere promossa. Le pari opportunità dovranno essere garantite eliminando leggi, politiche e pratiche discriminatorie. Dovranno essere agevolate una migrazione e una mobilità ordinate e sicure, tra l’altro mediante una politica responsabile in materia di migrazione. I Paesi in via di sviluppo dovranno godere di una rappresentanza migliore nelle istituzioni economiche e finanziarie internazionali e avere maggiori opportunità di esprimere il proprio parere nei processi decisionali.
Obiettivo 11. Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, resilienti e sostenibili.
L’urbanizzazione è uno degli sviluppi più significativi del 21° secolo. Più della metà della popolazione mondiale vive nelle città, con stime fino al 70 per cento per il 2050. Le città sono il motore delle economie locali e nazionali e rappresentano il fulcro del benessere. Più dell’80 per cento delle attività economiche globali è concentrato nei centri urbani. Oltre alle opportunità, l’urbanizzazione comporta anche notevoli sfide. Le città hanno un’impronta ecologica enorme: occupano solamente circa tre per cento della superficie terrestre, ma consumano tre quarti delle risorse globali e sono responsabili del 75 per cento delle emissioni di gas.
Obiettivo 12. Garantire modelli di consumo e produzione sostenibili.
Ad oggi le risorse consumate dalla popolazione mondiale sono più di quelle che gli ecosistemi sono in grado di fornire. Affinché lo sviluppo sociale ed economico possa avvenire in un quadro di sostenibilità, la nostra società dovrà modificare in modo radicale il proprio modo di produrre e consumare beni.
Obiettivo 13. Adottare misure urgenti per combattere i cambiamenti climatici e le loro conseguenze.
Il cambiamento climatico rappresenta una sfida centrale per lo sviluppo sostenibile. I mutamenti del sistema climatico globale dovuti al riscaldamento dell’atmosfera terrestre compromettono le basi esistenziali di ampie parti della popolazione nelle regioni meno sviluppate, mentre nelle zone sviluppate sono soprattutto l’infrastruttura e singoli rami dell’economia a essere esposti a tali rischi. Il cambiamento dei cicli delle precipitazioni e delle temperature interessano inoltre ecosistemi, come ad esempio i boschi, le superfici agricole, le regioni montane e gli oceani nonché le piante, gli animali e le persone che vi vivono. A livello mondiale le emissioni di anidride carbonica (CO2) sono aumentate di oltre il 50 per cento tra il 1990 e il 2012.
Obiettivo 14. Conservare e utilizzare in modo sostenibile gli oceani, i mari e le risorse marine.
L’inquinamento e lo sfruttamento eccessivo degli oceani causano un numero sempre maggiore di problemi, come il pericolo acuto per la diversità delle specie, l’acidificazione dei mari e l’aumento dei rifiuti di plastica. Oltre alla pesca e allo sfruttamento a livello industriale delle risorse marine, anche i mutamenti climatici sono causa di una pressione sempre maggiore sugli ecosistemi. La popolazione mondiale in continuo aumento sarà in futuro ancora più dipendente dalle risorse dei mari.
Obiettivo 15. Proteggere, ripristinare e promuovere l’uso sostenibile degli ecosistemi terrestri, gestire in modo sostenibile le foreste, contrastare la desertificazione, arrestare e invertire il degrado dei suoli e fermare la perdita di biodiversità.
La biodiversità è un presupposto per lo sviluppo dell’uomo e degli altri esseri viventi nonché degli ecosistemi. Le statistiche mostrano tuttavia una costante riduzione della biodiversità e una perdita delle superfici boschive. La perdita delle foreste minaccia il benessere umano in quanto tocca soprattutto la popolazione povera delle campagne, tra cui comunità indigene e locali. La biodiversità e le foreste contribuiscono alla riduzione della povertà, per esempio garantendo la salute e la sicurezza alimentare, mettendo a disposizione acqua e aria pulite, immagazzinando le emissioni di CO2 e fornendo una base allo sviluppo ecologico.
Obiettivo 16. Promuovere società pacifiche e inclusive orientate allo sviluppo sostenibile, garantire a tutti l’accesso alla giustizia e costruire istituzioni efficaci, responsabili e inclusive a tutti i livelli.
È dimostrato che senza società pacifiche e inclusive e in assenza dei principi di buongoverno, lo sviluppo non può essere inclusivo. Ad esempio, gli Stati colpiti da conflitti sono i più lontani dal raggiungimento degli OSM. Per contro, in molti altri Paesi, il ristabilimento della pace e la creazione di istituzioni efficaci ha contribuito in modo determinante al raggiungimento degli obiettivi.
Obiettivo 17. Rafforzare le modalità di attuazione e rilanciare il partenariato globale per lo sviluppo sostenibile.
Per raggiungere i 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile è necessaria un’ampia base finanziaria, che supera l’entità dei fondi messi a disposizione dall’aiuto pubblico allo sviluppo. Oltre a mezzi pubblici e privati, anche l’azione politica è fondamentale se si vogliono ottenere risultati in questo ambito. Nel luglio 2015 la comunità internazionale ha trovato un accordo in merito a un nuovo quadro di riferimento per il finanziamento e la realizzazione di uno sviluppo sostenibile: il Piano d’azione di Addis Abeba.
Nell’obiettivo 17 i Paesi più sviluppati ribadiscono l’assenso a destinare lo 0,7 per cento del loro prodotto interno lordo all’aiuto pubblico allo sviluppo. Per ridurre la dipendenza dal sostegno estero dovrà essere rafforzata la mobilitazione di risorse locali. La collaborazione internazionale nei settori della scienza, della tecnologia e dell’innovazione dovrà essere potenziata e dovrà essere incentivato un sistema multilaterale di scambi commerciali improntato all’equità. Inoltre dovranno essere
Fonti:
Nathalie Anne Dodd