Il Museo Archeologico di Cagliari rende omaggio ad Antonio Gramsci e a Francesco Cocco Ortu
Due iniziative, il 27 e 28 aprile, per coltivare la memoria di chi ha contribuito a fondare la democrazia per come la conosciamo oggi
Una lettera scritta in carcere e indirizzata alla madre. Parole ricche di malinconia, di amore per la Sardegna e i paesaggi sardi, di rammarico per l’impossibilità di ricevere le violette e i ciclamini inviati. Una missiva che il grande politico e filosofo sardo, Antonio Gramsci, scrisse il 29 febbraio 1932. «Carissima mamma, Dirai anche a Teresina che ringrazio lei e i suoi bambini per l’intenzione che hanno avuto di inviarmi le violette di Chenale e i bulbi di ciclamino selvatico, ma non posso ricevere i loro doni; ciò andrebbe contro il regolamento che vuole sia mantenuto il carattere afflittivo della pena carceraria. Dunque, bisogna che sia afflittivo e perciò niente violette e niente ciclamini, nessun diavoletto della natura deve stuzzicarmi le nari con effluvi e gli occhi con i colori dei fiori. Ti abbraccio teneramente con tutti. Saluta zia Delogu quando viene a trovarti. Antonio». Parole semplici, ma allo stesso tempo potenti, anticipando ciò che nel Codice Urbani, diventerà il paradigma del valore del paesaggio come è concepito dalle popolazioni residenti. Un grande apporto della Convenzione europea del paesaggio alla legislazione italiana.
Anche per questo motivo, il 27 aprile, il Museo archeologico nazionale di Cagliari, nel giorno della ricorrenza dell’85esimo anniversario della scomparsa di Gramsci, ha deciso di riprodurre un brano della Lettera e di installarla su una lastra di plexiglass nella sala Inaua Doro Levi. Tutti i dettagli dell’iniziativa sono stati illustrati nel corso di una conferenza stampa alla presenza di Francesco Muscolino, Direttore del Museo archeologico nazionale di Cagliari; Maria Antonietta Mongiu, componente del CdA del Museo; Franco Masala, Presidente dell’Associazione Museo archeologico nazionale di Cagliari; una rappresentanza dei discendenti di Francesco Cocco Ortu. La manifestazione del 27 proseguirà poi con il confronto tra studiosi, amministratori, cittadini e cittadine dal titolo “Niente violette e Niente ciclamini” nel corso del quale verranno letti brani di poeti, pensatori, legislatori che hanno trattato i temi del paesaggio e della sua storia. Il modo migliore, secondo gli organizzatori, di ricordare Antonio Gramsci, il cui lascito si fonda sulla centralità dell’istruzione e dell’educazione.
Nel corso della conferenza stampa è stata presentata poi l’iniziativa dedicata ad un altro personaggio illustre della Sardegna, Francesco Cocco Ortu, politico, imprenditore e fondatore del primo quotidiano indipendente della Sardegna, l’Unione Sarda, che ebbe il coraggio di esprimere al Re la propria contrarietà alle concessione fatte al fascismo. Francesco Cocco Ortu ricevette dalla comunità sarda nel 1922, una targa d’argento per i servigi resi alla terra d’origine. Il 28 aprile il Museo archeologico sistemerà la targa d’argento nella sala Ianua Doro Levi unitamente ad una lastra in plexiglas che riporta il brano del Testamento, il suo Diario politico, quale ulteriore vincolo della propria azione ai cardini fondamentali della Repubblica. Successivamente alla cerimonia si terrà il Seminario sul Diario politico e sulla figura di Francesco Cocco Ortu. Francesco Cocco Ortu, Antonio Gramsci ai quali sono da affiancare Emilio Lussu e Salvatore Mannironi, per raccontare la storia della Sardegna. Per descrivere l’orgoglio del popolo sardo per questi personaggi. Per la capacità che ebbero, tra i primi in Europa, comprendere e riconoscere la pericolosità del fascismo, per aver contribuito a fondare la democrazia per come la conosciamo oggi.
Davide Mosca