“Gli ultimi giorni di Van Gogh”: il nuovo progetto di Marco Goldin
Romanzo, podcast, film e teatro con le musiche di Franco Battiato
Un Van Gogh inedito, a trecentosessanta gradi. Qualche giorno fa l’inserto culturale della domenica, La Lettura, del Corriere della Sera, ha dedicato due interessanti pagine di anticipazione al nuovo, vasto progetto di Marco Goldin, intitolato “Gli ultimi giorni di Van Gogh. Il diario ritrovato”. Nell’inserto si poteva leggere la lunga intervista con Van Gogh (interpretato dallo stesso Marco Goldin) firmata dal giornalista Alessandro Zangrando nell’Auberge Ravoux a Auvers, dove il pittore ha vissuto gli ultimi due mesi della sua vita. Un’intervista molto particolare, direi unica.
Marco Goldin ha già realizzato progetti sul pittore olandese per ben sei volte negli ultimi vent’anni, ultima quella tra il 2020 e il 2021 a Padova, in piena pandemia. “Gli ultimi giorni di Van Gogh. Il diario ritrovato” si compone quindi di un romanzo, nella forma di diario, e di uno spettacolo teatrale, prodotto da Imarts, di cui lo studioso cura anche la regia. Inoltre, cinque puntate che inaugureranno il suo canale podcast (da fine agosto) e un film documentario (dalla primavera 2023) sulla storia di Van Gogh e sui luoghi in cui ha vissuto e lavorato, dall’Olanda alla Francia. Sul sito www.lineadombra.it è già disponibile il numero zero dei podcast sugli ultimi giorni di Van Gogh, in cui Marco Goldin racconta la giornata del 3 giugno 1890 a Auvers-sur-Oise.
Lo spettacolo teatrale
La rappresentazione teatrale debutterà nella seconda metà di ottobre e sarà in turnée fino alla primavera del prossimo anno in molti teatri italiani. Sarà liberamente ispirata al romanzo dello stesso Marco Goldin, “Gli ultimi giorni di Van Gogh. Il diario ritrovato”, pubblicato da Solferino, nelle librerie dal 15 settembre, in cui sono raccontate le ultime settimane di vita del grande pittore. Nel libro, che sta alla base di tutto il progetto, Goldin immagina che Van Gogh abbia tenuto un diario proprio in quei giorni e per questo lo fa parlare con la sua voce, sempre appoggiandosi ai fatti realmente accaduti e alle lettere, cercando dunque la dimensione del verosimile.
Uno dei centri dello spettacolo sarà la camera nella locanda di Auvers, gestita da Auguste Ravoux: questi – nella finzione letteraria e scenica – ha ritrovato proprio lì il diario sgualcito del pittore. Tutta la scenografia punterà moltissimo su un effetto di stupefazione davanti ai quadri, i loro particolari e poi sia fotografie d’epoca sia fotografie scattate oggi tra Arles, Saint-Rémy e Auvers. Oltre a un’ampia parte filmica appositamente girata nei luoghi di Van Gogh in Provenza e soprattutto nei campi di grano e nelle strade di Auvers-sur-Oise, fino alla celeberrima chiesa dal pittore olandese dipinta, la locanda dove ha vissuto ed è morto e la sua tomba accanto a quella del fratello Theo. Tre grandi schermi sul palcoscenico avvolgeranno Marco Goldin mentre racconta, con le immagini animate che scorreranno senza sosta, generate da proiettori laser ad altissima definizione. Sarà uno spettacolo nello spettacolo.
Le musiche di Franco Battiato
A creare un’atmosfera spirituale, eppure densa della carne e dei sogni della vita di Van Gogh, contribuiranno, eccezionalmente concesse per questa occasione, le musiche di Franco Battiato che amava Van Gogh e ne riconosceva la forza di carne e spirito insieme. Musiche che dalla scena iniziale, quando l’apertura del sipario svelerà il primo luogo dell’azione teatrale, condurranno a quella conclusiva. Esse non saranno quasi mai utilizzate quale tappeto sonoro rispetto alla narrazione, ma vivranno in una loro assolutezza specialmente nel rapporto con tutte le immagini. Diversi saranno infatti nello spettacolo i momenti in cui il dialogo tra musica e colore vivrà unicamente al centro della scena, attraverso creazioni video di forte fascino artistico ed emozionale, strettamente connesse alle musiche di Battiato.
Sibilla Panfili