A caccia di comete
L’ESA punta alle comete per svelare i segreti del Sistema Solare
Tre navicelle spaziali per abbordare una cometa. Sembra la trama di un film di fantascienza, e invece è tutto vero. Battezzata Comet Interceptor, sarà la prima missione veloce dell’ESA – Agenzia Spaziale Europea – a “visitare” un corpo celeste in arrivo nel nostro Sistema Solare e raccogliere dati sensibili sull’origine dell’Universo. Il team di ricerca comprende un gruppo internazionale di esperti in collaborazione con lo UCL Mullard Space Science Laboratory e l’Università di Edimburgo.
Come suggerisce il nome, la missione consiste nell’intercettare una cometa – o un altro oggetto celeste – non appena questa entrerà nello spazio del nostro Sistema Solare. I tre veicoli che l’approceranno saranno utilizzati per studiare e raccogliere materiale inedito con cui creare un profilo 3D dell’oggetto, nella speranza di elaborare un profilo inedito della nascita delle comete. Ogni veicolo spaziale sarà, infatti, dotato di un modulo a uso scientifico per analizzare le diverse parti del corpo celeste: nucleo, elementi gassosi, polvere e plasma.
La differenza tra la missione Comet interceptor e quella che l’hanno preceduta è che punterà a una cometa che non è mai passata prima nel nostro sistema, possibilmente proveniente dalla nuvola di Oort. Il materiale presente in queste comete, infatti, contiene materiale che non ha subito cambiamenti consistenti dall’origine dell’Universo, e il suo studio potrà aiutarci a far luce sui misteri che ancora avvolgono l’evoluzione del cosmo. Proprio per questo motivo, non c’è bisogno di conoscere l’obiettivo nella preparazione della missione. Ogni navicella raggiungerà il punto L2 Sole-Terra di Lagrange, a circa 1,5 milioni di chilometri dietro la Terra partendo dal Sole. Da lì si agganceranno alla prima cometa utile (non ancora identificata) quando questa si avvicinerà sufficientemente all’orbita terrestre.
Il lancio di Comet Interceptor è previsto per il 2028 come aggancio della navicella ARIEL, che ha invece l’obiettivo di studiare gli esopianeti esterni al Sistema Solare. In quanto “missione veloce” avrà una durata media di 8 anni, dall’inizio dei lavori fino al lancio.
Francesco di Nuzzo