L’iniziativa di citizen science coinvolge astronomi amatoriali da tutto il mondo

Il futuro dell’uomo è tra le stelle. Negli ultimi anni la NASA e diverse organizzazioni private hanno riacceso la scintilla per la colonizzazione dello spazio, basti pensare alle missioni Artemis e alle numerose iniziative di SpaceX. Ma l’esplorazione dell’universo non si fa solo con le missioni spaziali o nei laboratori high tech delle grandi organizzazioni, chiunque può contribuire alla ricerca, anche solo dal giardino di casa propria. Per questo esiste Exoplanet Watch, un progetto collaborativo di raccolta dati supportato dall’agenzia spaziale NASA in collaborazione con Caltech/IPAC, Centro per l’Astrofisica e Space Telescope Science Institute. I dati vengono raccolti su base volontaria e caricati nel database esopianeti dell’AAVSO, l’organizzazione no profit che si occupa di analizzare e catalogare gli avvistamenti di stelle variabili effettuate in gran parte da astrofili.

In realtà Exoplanet Watch era già attivo dal 2018, ma solo adesso la partecipazione è stata resa disponibile a chiunque. Per prendere parte all’esplorazione spaziale sarà così sufficiente seguire le istruzioni riportate sul sito dedicato, dove i partecipanti possono scaricare i dati sul proprio dispositivo o caricarli quelli raccolti attraverso il sistema cloud. L’iniziativa si è rivelata già un successo: da gennaio 2023 sono stati trovati più di 270 esopianeti e 1475 curve di luce, variazioni di luminosità dei corpi celesti in movimento che possono indicare la presenza di un pianeta minore. Lo studio si occuperà anche di monitorare le variazioni di luminosità che interessano i vari corpi celesti e che rischiano di alterare le loro reali dimensioni, come accade per l’attività dei flare e delle macchie solari, in modo da permettere agli scienziati di sfruttare al meglio le capacità di misurazione dei grandi telescopi come il James Webb. Certo possedere un proprio telescopio aiuta, ma i partecipanti che ne sono sprovvisti potranno comunque contribuire all’iniziativa utilizzando i dati già raccolti nel database, che comprendono oltre 10 anni di osservazioni scientifiche in continuo aggiornamento. Lo studio e la ricerca degli esopianeti potrebbe rappresentare un tassello importante nell’esplorazione spaziale, in particolare nel rispondere a una delle domande più importanti della ricerca: siamo davvero soli nell’universo?

Francesco di Nuzzo

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