Al Mart di Rovereto omaggio ai 90 anni di Giuliano Vangi
Un grande allestimento che darà la possibilità di percorrere un viaggio tra l’arte di Vangi messo a confronto con Pisano Donatello e Michelangelo
Ci sarà tempo fino al 9 ottobre prossimo per visitare una mostra assolutamente straordinaria su Giuliano Vangi per celebrare i suoi 90 anni. L’appuntamento con una bella pagina di arte è in programma negli spazi espositivi del Mart di Rovereto per un’iniziativa firmata da Vittorio Sgarbi e curata da Massimo Bertozzi, Daniela Ferrari in collaborazione con Nicola Loi e lo Studio Copernico di Milano. Le opere del maestro dialogheranno con l’arte di Pisano, Donatello, Michelangelo grazie all’allestimento di Mario Botta. «Una mostra che mette a nudo l’artista e ne rivela le origini ha spiegato Vittorio Sgarbi – e i temi di riflessione, in una storia che continua. Una autobiografia in scultura. Non ci sono antico e moderno, presente e passato. E non è un capriccio il desiderio manifestato da Vangi, e da me condiviso, di un accostamento a Michelangelo. Perché proprio le figure in movimento per una Trasfigurazione non testimoniano una citazione, ma una interiorizzazione, il passo di Michelangelo e quello di Vangi si sintonizzano. Procedono all’unisono, con lo stesso ritmo interiore. Non è continuità, è contemporaneità. Vangi respira, ansima con Michelangelo. Il linguaggio è lo stesso, e non c’è distanza né filtro del tempo». Sono oltre cinquanta le sculture e una ventina i disegni presenti alla mostra. L’arte di Vangi è messa a confronto con alcuni artisti gotico rinascimentali offrendo la possibilità di ammirare dodici opere antiche firmate da Giovanni Pisano, Donatello, Michelangelo Buonarroti, Jacopo della Quercia, Tino di Camino, Agostino di Giovanni, Francesco di Valdambrino e tra queste tre disegni di Michelangelo provenienti da Casa Buonarroti, il Busto di Niccolò da Uzzano di Donatello, appartenente alle raccolte del Bargello, e un Crocifisso di inizio Trecento di Giovanni Pisano, dalla Chiesa di Sant’Andrea di Pistoia. L’iniziativa è stata l’occasione anche per presentare il docufilm realizzato sulla vita di Vangi con interviste all’artista, ma anche all’architetto Botta, a Vittorio Sgarbi, a Nicola Loi, Studio Copernico, e a Koko Okano, direttrice del Museo Vangi di Mishima. «Giuliano Vangi, che ha compiuto novant’anni, si racconta in un documentario – hanno poi raccontato gli organizzatori della mostra – . E lo fa a Pietrasanta, ai piedi delle Alpi Apuane, nel grande atelier, dove crea le sue opere e sta preparando la sua grande opera per Seul. Tra le pareti verticali delle cave di marmo, e a Pesaro, la città dove vive. Un racconto e un viaggio tra progetti e opere, ricordi ed emozioni, ricerca e passione del grande scultore italiano».
Davide Mosca