Al Mart viaggio nel surrealismo italiano a cento anni dalla nascita del movimento
Sarà l’occasione per scoprire 150 opere di settanta artisti che in un mondo o nell’altro hanno interpretato questa corrente artistica dei primi del ‘900
Il manifesto che ne sancisce la nascita è datato 1924. Il surrealismo trova terreno fertile nella Ville Lumière contaminando in poco tempo tanti altri Paesi e artisti di ogni parte del mondo rivoluzionando per sempre il modo di concepire e di fare arte. Oggi a distanza di cento anni il mondo intero celebra questo movimento sviluppatosi sotto la guida di André Breton attraverso incontri, dibattiti, ma soprattutto mostre di tutti quegli artisti che attraverso le loro opere hanno contribuito a renderlo famoso e immortale. Tra questi non poteva mancare di certo il contributo del Mart che ha pensato, infatti, di organizzare una rassegna dedicata all’arte fantastica italiana, un tema spesso trascurato e ora oggetto di nuove ricerche. Sebbene l’Italia non sia stata parte integrante del Movimento surrealista, nato e sviluppatosi in Francia sotto la guida di André Breton, lo stesso Breton ha riconosciuto l’importanza di precursori italiani come Giorgio de Chirico e Alberto Savinio. La mostra esplora i “surrealismi” italiani, evidenziando la varietà e l’autonomia creativa degli artisti italiani che, pur rimanendo in dialogo con le correnti internazionali, hanno sviluppato un proprio linguaggio distintivo. In esposizione ci sono 150 opere di 70 artisti, tra cui spiccano nomi come Leonor Fini, Fabrizio Clerici, Arturo Nathan, Stanislao Lepri, Enrico Colombotto Rosso, Italo Cremona, Corrado Costa, Sergio Vacchi, Valerio Miroglio, Giordano Falzoni, Ugo Stepini, Enrico Donati, Adelchi Riccardo Mantovani e Romano Parmeggiani. La mostra è suddivisa in sezioni tematiche che tracciano i principali filoni dei surrealismi italiani e le loro caratteristiche distintive. Si parte dal dialogo con il passato, con De Chirico come inquieto capostipite, fino a esplorare le influenze del Futurismo, della scena Pop e del post-informale, tutte accomunate dai principi perturbanti e dalla ricchezza stilistica del Surrealismo. Parallelamente, la mostra monografica su Luigi Serafini, situata nella stessa ala del museo e collegata da alcuni varchi, crea un ponte tra de Chirico e l’arte contemporanea. Serafini, con il suo immaginario fantastico, ha attratto l’ammirazione di figure creative come Italo Calvino e Tim Burton, testimoniando la continuità e l’evoluzione del surrealismo in Italia fino ai giorni nostri. La mostra che inaugurerà il 12 luglio con chiusura il 24 di ottobre è stata curata da Denis Isaia da un’idea di Vittorio Sgarbi.
Davide Mosca