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Al Mudec la fantasia della Disney

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23/11/2021

Disney. L’arte di raccontare storie senza tempo è la mostra che ripercorre la storia dell’animazione dei Walt Disney Animation Studios

Walt Disney è stato uno degli innovatori nella storia del cinema. Un’arte che nel corso dei decenni ha continuato ad accrescere il suo linguaggio con nuovi codici e strumenti narrativi. Tutto questo è ancora più evidente mentre si entra nella mostra Disney. L’arte di raccontare storie senza tempo, in programma fino al 13 febbraio all’interno del Mudec, il museo delle culture. Guardando ogni singolo disegno si vede tutta la grande capacità di uno studio che da quando è nato ha sempre saputo trovare il giusto equilibrio nel raccontare le store. Uno stile che ha incantato generazioni di spettatori, e che continuerà a entusiasmare il pubblico avvenire. Ma molti non sanno cosa c’è dietro a quelle immagini in movimento. Che sia l’animazione in 2D o digitale, ogni azione ha alle spalle uno sviluppo creativo estremamente delicato, che molto spesso è frutto di anni di lavoro prima di arrivare al prodotto finale. L’esposizione cerca di portare il visitatore dietro allo schermo, mostrando quello che è lo scheletro di questi sogni che sono entrati nella memoria collettiva.

Dalle bozze ai sogni
Disney. L’arte di raccontare storie concentra il significato della mostra nel titolo. La narrazione non può essere una questione meccanica. È un discorso molto vicino al lavoro di un artigiano, che si trova a dover prendere dei materiali grezzi e trasformarli in dei prodotti originali. Lo stesso vale quando si tratta del cinema d’animazione, che anche se ha perso certi passaggi con il digitale, ha mantenuto una ritualità che si presenta anche nelle ultime produzioni cinematografiche. La ricerca parte innanzitutto dalla tradizione. Qualsiasi prodotto Disney è frutto di una commistione tra leggende e folklore, cosa che si vede anche negli altri studios come la Pixar, di proprietà di Walt Disney Company. Gran parte di questi racconti sono una riproposizione dell’enorme patrimonio culturale che si è trasmesso via voce o tramite dei romanzi immortali. La major ha sempre prediletto spaziare tra le diverse culture, estrapolando quelle più conosciute e presentandole al pubblico di intenditori della sala. Proprio incamminandosi tra le varie aree della mostra si nota un certo stupore nel vedere le prime bozze di alcune storie rimaste negli annali, soprattutto di alcune figure che dal primo disegno sono cambiate fino ad arrivare alla realizzazione del film. Gli Archivi Disney hanno concesso al pubblico italiano di guardare in profondità rispetto a certi lavori riconosciuti come dei veri capolavori cinematografici, esplorando i vari storyboard, le bozze dei movimenti di alcuni personaggi, fino a dei veri e propri dipinti. Ciò che davvero si impara guardando questa mostra è l’uso degli strumenti artistici che si sono affinati nel corso degli anni. Lo stile Disney è comunque rimasto lo stesso, cercando nelle favole del passato un legame che possa tenere insieme più culture, generando così un racconto universale e immortale. Un processo che lo ha reso uno dei più importanti studios al mondo.

 

Riccardo Lo Re

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