Alla Galleria Milano una mostra su Betty Danon
L’artista italiana di origine turca è al centro di un percorso espositivo visitabile fino a gennaio
La protagonista adesso è lei. Betty Danon. Le sue opere sono esposte negli eleganti spazi della Galleria Milano. Artista italiana di origine turca, trasferitasi in Italia negli anni Cinquanta, dopo un inizio pittorico astratto fu una delle figure più centrali nell’ambito delle sperimentazioni della poesia visiva e poi anche della mail art. Nata a Istanbul nel 1927 e morta a Milano nel 2002, Betty Danon, poliglotta, multiculturale e ben lontana dalle logiche del sistema dell’arte dominante, da qualche tempo sta cominciando a ricevere la giusta attenzione. La Galleria Milano, che si trova in via Manin e via Turati, nel capoluogo lombardo, punta così a contribuire a questo processo ricostruendo alcune delle tappe fondamentali della sua poetica, facendo soprattutto luce sugli aspetti di massimo interesse.
Il percorso espositivo dedicato a Betty Danon, che arriva dopo la mostra dedicata a Enzo Mari, inizia in Galleria con le tele geometriche realizzate all’inizio degli anni Settanta, dove sono formalizzate strutture geometriche che rivelano l’interesse dell’artista per la psicologia junghiana e la filosofia orientale. Questi acrilici prevalentemente sui toni del grigio-azzurro, da Betty Danon chiamati pitture atonali, vengono esposti per la prima volta alla Galleria San Fedele nel 1972 e coincidono con il suo lancio nel mondo dell’arte.
Insieme alle sperimentazioni pittoriche, tra la fine del 1972 e il 1973 Betty Danon iniziò a lavorare con i pentagrammi e con le sue Finestre di cielo, collage animati da segni indecifrabili in cui si alternano elementi programmati e casuali. Nel 1973 sfociarono poi nelle partiture astratte, già esposte alla Galleria Milano nell’aprile del 1977. In queste opere, forse le più note, la linea e il punto sono intesi come base di partenza per una riflessione sulla riduzione al grado zero della comunicazione, in senso semantico ma anche esistenziale.
Il suono, come è evidente, è sempre più centrale nel lavoro dell’artista nata a Istanbul, tanto che le sue partiture furono eseguite anche da altri artisti, come Georg De Cristel, che nel 1976 suonò alla Galleria Milano una sua partitura astratta, di cui nella mostra attuale è udibile la registrazione sonora. Negli anni successivi ci furono nuovi sviluppi con nuove serie: variazioni sul tema, pentagrammi con numeri, con uccelli, sovrapposti a paesaggi. I pentagrammi in serigrafia vennero manipolati con interventi a pastello e non mancarono le sperimentazioni con le stampanti Xerox, mentre la componente di aleatorietà, dichiarata nei primi anni Settanta sin dal titolo di opere come Casualità, rimase centrale. Nel 1979, Betty Danon spedì ad altri artisti dei cartoncini sui quali lei stessa aveva stampato dei pentagrammi: le risposero in circa duecento, da cui Io & gli altri, sua prima esperienza di mail art. L’operazione ebbe il plauso di molti ma attirò anche diverse critiche: stanca del “magnifico mondo dell’arte”, Betty Danon si ritirò dunque dall’ambiente delle gallerie e continuò la sua ricerca artistica nella direzione della mail art, generando una impressionante mole di opere.
La mostra di Milano, arricchita da diverso materiale documentativo e presentata da un catalogo con testo introduttivo di Bianca Trevisan, è realizzata in collaborazione con l’Archivio Betty Danon e la Galleria Tiziana Di Caro. L’esposizione, inaugurata il 21 ottobre, sarà visitabile fino all’8 gennaio 2022.
Credit: ph. Roberto Marossi