Alla scoperta delle Grandi Serre
Le meraviglie del Jardin des Plantes di Parigi
Parigi sembra essere una cornucopia, uno scrigno di tesori che non smette mai di sorprendere i visitatori per la sue offerte culturali, artistiche, architettoniche, e il suo stile di vita seduce da secoli persone di ogni etnia ed educazione, offrendo spesso anche molto più di ciò che si cerca. Oggi vogliamo parlare di uno dei giardini più ricchi e originali della città, un vero tempio della natura per gli appassionati di botanica, ma anche per chi ambisce a rilassarsi dai ritmi della metropoli e ritrovare il contatto con la natura.
Il Jardin des Plantes è un vasto orto botanico di Parigi, il più grande di tutta la Francia, e fa parte del Museo di Storia Naturale. Fu fondato nel 1626 come giardino reale delle piante medicinali, e ampliato da Buffon nel XVIII secolo. Con il passare del tempo si è trasformato e oggi contiene un’infinità di piante, provenienti dalla Francia e da tutto il mondo. Tra i tanti giardini tematici presenti (alpino, ecologico, delle rose, delle peonie, degli iris) si trovano anche uno zoo, un fantastico labirinto e una scuola di botanica. Ma ciò di cui vogliamo parlarvi oggi sono le meravigliose Grandi Serre (Le Grandes Serres).
Le serre del Jardin des Plantes sono le eredi degli aranceti ed erano destinate a proteggere dal gelo gli alberi più fragili. Nel 1714, il botanico Sébastien Vaillant costruì la prima serra in pietra e vetro. All’inizio del XIX secolo, con l’ausilio del metallo, furono costruiti edifici più solidi e negli anni Trenta furono realizzati i padiglioni orientale e occidentale e infine il giardino d’inverno del Museo.
Tutti questi edifici, classificati come Monumenti Storici, sono stati ristrutturati fra il 2005 e il 2010, nel corso di un progetto senza precedenti che aveva l’obiettivo di ripristinare il loro aspetto originale e conservarne la magia, modernizzandone il funzionamento. Oggi quattro serre sono aperte al pubblico e grazie a un nuovo design trasmettono un messaggio imprescindibile: non può esserci vita umana senza la flora ed è fondamentale preservare la diversità delle piante.
Entriamo con religioso rispetto nella prima serra attraverso un peristilio art déco: sembra di trovarsi in un santuario di biodiversità, grazie ai numerosi esemplari provenienti dalle foreste pluviali tropicali: in un solo ettaro sono ospitate diverse centinaia di specie arboree provenienti dall’Africa, dall’America e dal Sud-Est asiatico, che danno vita a una vera e propria giungla. Si può agevolmente camminare tra banani, viti, felci e orchidee, salire sulla roccia per godere del panorama della serra, e scoprire le caratteristiche delle tante specie vegetali.
Spostandoci nella lunga galleria adiacente, percepiamo un calore simile a quello dei deserti e degli ambienti aridi di Stati Uniti, Messico, Sahara, Australia, ecc. La flora qui sembra essersi organizzata con creatività, e per resistere al clima rovente le ha inventate tutte: vegetali che si seppelliscono nella roccia, cactus che immagazzinano l’acqua, piante grasse che sfoggiano capelli spinosi e forme bizzarre. Alcune specie sono persino ignifughe!
La destinazione successiva è la Nuova Caledonia, l’arcipelago dell’Oceania che vanta piante autoctone di cui il 76% non esiste in altri continenti. La serra propone questa flora, in tutta la sua diversità, attraverso cinque ambienti: la foresta umida, la foresta secca, la foresta di mangrovie, la macchia mediterranea e la savana. Qui abbiamo la possibilità di ammirare maestose felci arboree locali e specie diventate rarissime.
L’ultima serra traccia la lunga storia dell’evoluzione delle piante, dalla conquista dello spazio terrestre alla comparsa dei fiori. Un’avventura iniziata almeno 430 milioni di anni fa, che ha visto lo sviluppo di diversi processi riproduttivi. I moderni rappresentanti di specie antiche – felci, conifere, conifere, equiseti –, i fossili e le ricostruzioni di piante estinte dipingono un incantevole e bellissimo monocromo di verde, confermando l’importanza delle piante per la conservazione dell’atmosfera terrestre, nonché della vita animale e quindi… dell’uomo.
Infine, un’animazione presentata da mediatori scientifici ci introduce a tre specie di piante provenienti dalle diverse serre: l’albero del caffè, una pianta tropicale, il niaouli, una specie della Nuova Caledonia e l’aloe adattata al deserto.
Ora possiamo riprendere la visita alla Ville Lumière con le batterie ricaricate di verde energia.
Nathalie Anne Dodd
Credits:
Grandes serres © MNHN – Manuel Cohen
Serre des déserts et milieux arides – Jardin des Plantes © MNHN – Catherine Ficaja