Antonio Marras intervistato da Artribune
Il celebre stilista ha risposto alle domande di Giulio Solfrizzi in un interessante dialogo scritto che mette in luce il punto di vista del talentuoso designer di fama internazionale
Artribune omaggia Antonio Marras. E viceversa. Lo scorso 4 gennaio la testata giornalistica che si occupa d’arte a trecentosessanta gradi ha pubblicato l’interessante intervista firmata da Giulio Solfrizzi, il quale ha incontrato Antonio Marras a Milano, nel concept store NonostanteMarras, tra componenti d’arredo, oggetti unici, stoffe e tanta creatività. L’occasione è stata la mostra Sulle tracce di Gavino Clemente curata dallo stilista originario di Alghero per il Museo Nazionale Archeologico e Etnografico “Giovanni Antonio Sanna” di Sassari.
Riportiamo di seguito un estratto dell’intervista dedicato alla mostra che Antonio Marras ha curato a Sassari:
La collezione SS23 e Sulle tracce di Gavino Clemente, la mostra da te curata a Sassari, hanno qualcosa in comune, ovvero la capacità di narrare e di far tornare a vivere oggetti e storie di epoche diverse. Lo credi anche tu?
Io non credo a niente, però so per certo che ho bisogno di fare. Non c’è mai un progetto prestabilito, questa mostra è stata semplicemente il frutto della mia necessità di provare a connettere cose, persone e oggetti agli antipodi, che magicamente hanno trovato un’armonia e una collocazione in una sorta di mosaico. Non so cosa realmente succeda, però ho sempre bisogno di cambiare e di fare cose belle.
Ritornando alla mostra a Sassari, perché è stata importante?
Innanzitutto, perché la mostra è sinonimo di rinascita. Questo padiglione era inagibile da circa dieci anni e mi è stato chiesto di ripristinarlo, perciò ho presentato un progetto tutto mio. Ho preso riferimenti e situazioni assurde e li ho proposti davanti a un team di esperti senza il timore che fossero rigettati. La mia unica paura è quella delle malattie che ti rendono dipendente dal prossimo, sarà per la mia necessità di essere libero di creare ciò che voglio, privo di norme sociali o di limiti di qualsiasi tipo.
E poi cosa è successo?
Te lo mostro direttamente dal catalogo a cui hanno preso parte Bianca Pitzorno e altri sette scrittori. Ho impostato la mostra come se fosse una scatola nera, mettendo al suo interno composizioni di pezzi provenienti da abiti differenti e caratteristici dei tanti paesi della Sardegna. Per alcuni è stato scandaloso, ma io non ci vedo nulla di così scabroso. Anzi, abbiamo ricreato situazioni di pura fantasia che seguono un percorso composto da tutto ciò che avevano nel loro repertorio. E non è cronologico perché credo che ciascuno di noi voglia e possa vedere ciò che vuole. Alla base di questo progetto ci sono naturalmente tantissimi schizzi e bozzetti, come per le mie collezioni.
So che sei un amante della poesia. Quali poesie ti hanno ispirato o colpito recentemente?
Che bella domanda. Sicuramente una di Erri De Luca che ho pubblicato recentemente sul mio profilo Instagram, in cui si parla di nostalgia come presenza di “persone, luoghi, emozioni che tornano a trovarti”. È qualcosa che mi sta molto a cuore perché ho sempre pensato di voler ritornare ad Alghero, dove ho deciso di costruire il mio ufficio stile, ma non è stato così perché a Milano ho trovato i miei spazi. E poi una di Cesare Pavese, in cui si esalta il potere della poesia. Essendo un ragazzo dislessico e discalculico, ho trovato la mia salvezza nelle rime e in quei fogli vuoti in cui c’erano solo poche righe.
Antonio Marras in breve
Nel mondo di Antonio Marras, stilista di origine sarda, arte e moda si fondono in continuazione, guidate dal suo genio creativo. Nato ad Alghero nel ’61, dopo la morte del padre (Efisio Marras) si mette a capo dei negozi di textile di famiglia, trasformandoli infashion boutique. È conosciuto per la sua curiosità intellettuale e per la sua ricerca sempre lontana dagli stereotipi della moda. Nella sua visione, anno dopo anno, le sue creazioni parlano dell’identità, di esiliati e rifugiati, del multiculturalismo, del mondo e del destino.
La sua ribellione contro gli estremismi e la “purezza” è un tratto distintivo della sua ricerca che spazia dalla moda, all’arte, al teatro, all’architettura e al design.
Marras attraversa tutte le declinazioni della cultura visiva, dalle decorazioni ai dettagli provenienti da epoche e mondi apparentemente inconciliabili. Le sue icone sono figure anarchiche e irregolari, impossibili da classificare, sceglie infatti personaggi di grande carattere come ispirazione per le sue collezioni: Eleonora d’Arborea, Adelasia di Torres, Annamarie Schwarzenbach, Rina de Liguoro, Tina Modotti, Amelie Posse Bràzdova.
La versione integrale dell’intervista è leggibile al seguente LINK.
Sibilla Panfili