Arte, a Nuoro una mostra su Edina Altara
Fino a gennaio il museo Man ospita una retrospettiva dedicata all’artista sarda e al marito Vittorio Accornero
Era giovane. Era partita dalla sua Sardegna e aveva portato la sua arte a spasso per l’Italia e, più tardi, anche per l’Europa. Edina Altara era una donna che, nonostante i pregiudizi dell’epoca, era riuscita ad affermarsi nel vasto panorama artistico nazionale come illustratrice, pittrice, creatrice di moda, decoratrice e ceramista. Una figura moderna e all’avanguardia alla quale il Man, il museo d’arte di Nuoro, ha dedicato una mostra inaugurata il 10 luglio e che sarà visitabile fino al 23 gennaio 2022. Una esposizione che riguarda l’arte di Edina Altara e anche quella di suo marito, il celebre illustratore Vittorio Accornero.
Quella promossa dal Man, e intitolata Gruppo di famiglia con immagini, è la prima retrospettiva interamente concepita in omaggio al lavoro di Edina Altara, nata nel 1898 e morta nel 1983, e di Vittorio Accornero, piemontese, nato nel 1896 e scomparso nel 1982, conosciuto anche con lo pseudonimo di Victor Max Ninon. «L’esposizione vuole riportare l’attenzione sull’operato dei due artisti e illustratori, indagando le complesse vicende biografiche e creative che li hanno visti uniti a partire dalle loro prime opere individuali degli anni Venti sino agli anni Ottanta del Novecento – spiegano dal Man -. Vittorio Accornero e Edina Altara si conoscono a Casale Monferrato in Piemonte e intrecciano i loro destini professionali sulle pagine de Il giornalino della domenica, invenzione fiorentina di Vamba, autore del Giornalino di Gian Burrasca, dove passa il meglio della illustrazione e della letteratura italiana di quel tempo, con autori come Piero Calamandrei, Luigi Capuana e Grazia Deledda. Accornero debutta su queste pagine nel 1919, Altara nel 1920, rendendo omaggio alla tradizione iconografica sarda con La leggenda del golfo degli Aranci. Valenti illustratori di libri per bambini e per adulti, tra i pionieri di questa attività in Italia, i due operarono con energia ed entusiasmo nell’epoca dell’Art Déco, estendendo la propria attività all’intero mondo delle arti applicate».
La mostra del museo Man, a cura di Luca Scarlini, consente dunque di ricostruire un ritratto approfondito dei due protagonisti e della loro multiforme attività grazie a prestiti dell’ampia collezione di Federico Spano, fondatore dell’Archivio Accornero-Altara a Sassari e pronipote dell’artista sarda, e di numerose collezioni pubbliche italiane, come quelle di Fondazione Tancredi di Barolo a Torino, Palazzo del Quirinale a Roma, Archivio del Teatro alla Scala a Milano e Museo del Cinema di Torino. «In questa occasione e con il contributo importante di un gruppo di scenografi attivi con il Teatro di Sardegna, Loïc Hamelin, Sabrina Cuccu e Sergio Mancosu, il Man si trasforma in un libro di fiabe, un caleidoscopio di immagini d’eleganza novecentesca: va in scena, così, la fiaba di due artisti sospesi tra la Sardegna, l’Italia continentale e il mondo – spiegano dal museo nuorese -. La mostra è un racconto della fiaba di Edina e Ninon scandito in capitoli nelle sale della mostra, tra i territori della grafica – come nel caso delle immagini per il transatlantico Rex, e l’invenzione di oggetti tra design e architettura – gli specchi di Altara e le rivisitazioni architettoniche neo-rococò di Accornero in Piemonte».
Particolarmente entusiasta è Luca Scarlini, curatore della mostra: «Notevolissimo è il ruolo di Vittorio Accornero e Edina Altara nelle vicende dell’arte applicata dagli anni Venti agli anni Settanta. Edina Altara ha sviluppato una sua linea di ricerca assai precisa, che l’ha portata negli anni dall’illustrazione all’arredamento. Vittorio Accornero ha trasferito il mondo fiabesco delle sue illustrazioni nei capi di moda di Gucci, creando foulard destinati a larghissimo successo. La creatività in coppia è un percorso tanto ricco quanto poco analizzato nel Novecento artistico italiano». La mostra è accompagnata da un importante catalogo edito dal Man con Silvana Editoriale e corredato da saggi critici di Luigi Fassi, Luca Scarlini, Pompeo Vagliani, Silvia Mira, Lauretta Colonnelli, Aurora Fiorentini, Giorgia Toso e Federico Spano. Sempre nello stesso periodo, e cioè da luglio a gennaio, il Man ospita anche una mostra dedicata a Sonia Leimer e intitolata Via San Gennaro.
Dario Budroni