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Arte, byte e tanta Sardegna

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06/09/2021

Applicare la blockchain alle opere per tutelare autori e collezionisti: la piattaforma Art Rights nasce dall’intuizione di Andrea Concas, che unisce due punti di forza della sua anima sarda: l’eccellenza tecnologica e la passione artistica

Andrea Concas, “imprenditore, gallerista, collezionista, docente, consulente, speaker” – come si definisce lui -, unisce in sé due grandi amori del popolo sardo, l’arte e la tecnologia. Cagliaritano doc, ha creato Art Rights la prima piattaforma a valenza legale che supporta la gestione e la certificazione delle opere d’arte con tecnologia blockchain, per tutelare collezionisti, artisti e operatori del settore. «Il mio percorso è stato interamente influenzato dalle mie radici territoriali. Sono orgoglioso e felice di vivere in Sardegna e ho respirato arte fin da giovane: mio padre è stato colui che ha aperto la pinacoteca museale di Cagliari ed è stato direttore della stessa, nonché del Museo Archeologico Nazionale della città. Da un lato ho vissuto la mia anima sarda, dall’altro ho avuto la possibilità di fare esperienze all’estero, in multinazionali che mi hanno fatto rivalutare la qualità di vita della mia regione».

Tanto che, quando decise di fondare la sua startup nel 2016, il suo obiettivo era scalare in innovazione tecnologica, restando sempre sul territorio: «La Sardegna è la patria della prima e-mail inviata, del Crs4 di Pula, dell’adsl, un mondo in fermento con professionisti e grandi competenze che hanno permesso di creare un sistema tecnologico di respiro mondiale, ma con radici locali. Per questo il nostro sviluppo è sull’isola, da una parte con il nostro staff e dall’altra con il partner tecnico Abinsula, una delle società leader nel settore tecnologico in Italia. Hanno supportato la nostra startup fin dalla nascita, insieme a Mario Mariani, ex Ceo di Tiscali che ha investito su di noi, credendo nell’innovazione di applicare la tecnologia all’arte».

E qual è il vantaggio di applicare la blockchain all’arte? «Art Rights è un passaporto dell’opera d’arte, ne certifica l’intero corredo documentale ed è applicabile all’arte antica, moderna o digitale, permettendo di tenere traccia di tutta la documentazione che accompagna l’opera. Questo corredo può aiutare a dimostrarne la valenza culturale ed economica. Il nostro sistema è una community che controlla i documenti dell’opera e gli utenti possono certificare le informazioni in proprio possesso o quelle che gli altri forniscono loro, utilizzando la blockchain come collante e tracciante delle comunicazioni». Una iniziativa del genere non sarebbe stata possibile senza le forti radici territoriali di Concas. «In me c’è tanta Sardegna, l’idea di avere la base qua è stata una scelta ponderata. Certo, i grandi numeri dell’arte si muovono in città come Milano, Londra, Parigi, ma la locazione fisica della startup non pone limitazioni.

I valori culturali e tradizionali, seppur intangibili, creano nel mio caso la cultura d’impresa, perché è impossibile negare la passione che ho nel visitare strutture museali che mi hanno visto crescere. La mia divulgazione nasce da qui, anche dall’aver giocato a calcio nel giardino del museo di Cagliari da piccolo, quando ancora si poteva». Perché Sardegna e cultura sono connaturate: secondo i dati regionali, il numero di strutture museali presenti sull’isola supera quello dei comuni. «Significa che c’è una volontà culturale e sociale di tramandare l’arte ai posteri e alla cittadinanza. Aggiungiamo il nostro patrimonio archeologico, realtà eccellenti come il Museo Archeologico di Cagliari, il Man di Nuoro, il museo della Costa Smeralda. Oggi abbiamo 15 milioni di presenze all’anno contro 1,5 milioni di abitanti: qualsiasi modello di business culturale è influenzato dalla stagionalità. L’obiettivo più grande sarà allungarla, in modo che anche le imprese culturali possano essere autosufficienti, ma c’è tanto da fare. Per fortuna, le attività culturali e museali sarde nascono sempre dalla volontà delle persone; penso a Renzo Persico, che come presidente del Consorzio Costa Smeralda ha una grande attenzione alle iniziative culturali, per affiancare alla mondanità la valorizzazione delle competenze artistiche e artigianali locali».

 

Davide Passoni

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