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Ayrton Senna, sessant’anni dalla nascita di una leggenda

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19/03/2020

Il 21 marzo il campione di F1 avrebbe festeggiato il suo 60esimo compleanno. Morì nel 1994 dopo un terribile schianto nel circuito di Imola

Se n’era andato in primavera, in un pomeriggio di maggio, tra le mura dell’ospedale di Bologna. Poche ore prima, alla curva del Tamburello del circuito di Imola, aveva perso il controllo della sua auto. Dopo lo schianto Ayrton Senna non aveva più ripreso conoscenza. Era il 1° maggio del 1994 e il fuoriclasse brasiliano aveva soltanto 34 anni. Tra pochi giorni, invece, il campione di Formula 1 ne avrebbe compiuti 60. Nato a San Paolo il 21 marzo del 1960, in occasione del suo compleanno Ayrton Senna sarà celebrato in tutto il mondo. Purtroppo per via dell’emergenza coronavirus, almeno in alcuni Paesi tra cui l’Italia, non potranno più essere organizzate manifestazioni aperte al pubblico. Ma il mito delle corse sarà omaggiato almeno virtualmente da chi, in tutti questi anni, non lo ha mai dimenticato.

Il pilota brasiliano, uno dei più vincenti di sempre, è stato uno dei campioni più amati della Formula 1. Quattro le scuderie che hanno avuto il privilegio di costruirgli una monoposto: Toleman, Lotus, McLaren e Williams. I numeri sono da leggenda: 162 gran premi disputati, 41 vittorie, 80 podi, 65 pole position, 19 giri veloci, 614 punti ottenuti e tre mondiali vinti, nel 1988, nel 1990 e nel 1991. È con la McLaren, per la quale ha corso dal 1988 al 1993, che Ayrton Senna, particolarmente forte sotto la pioggia, si è tolto le sue più grandi soddisfazioni. Mentre è con la Williams che ha corso le sue ultime gare, fino al terribile schianto del 1° maggio del 1994 sul circuito di Imola, che ospitava la quattordicesima edizione del Gran Premio di San Marino. Considerato uno dei più talentuosi di sempre, sono pochi i piloti che hanno fatto meglio di lui, almeno per quanto riguarda il numero di mondiali vinti. Al primo posto c’è Michael Schumacher con sette vittorie, a seguire Lewis Hamilton con sei, Juan Manuel Fangio con cinque e Alain Prost e Sebastian Vettel con quattro.

 

Dario Budroni

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