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Blooms, il design floreale come nuova forma di arte

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02/12/2019

La bellezza effimera si svela in 80 splendidi progetti

La bellezza effimera dei fiori affascina da sempre poeti, artisti e fotografi, ma anche noi tutti che della sua presenza ci circondiamo, sia nella quotidianità che negli eventi speciali della nostra vita. Non è anniversario senza un mazzo di rose, una nascita si accoglie con un bouquet di fiori delicati, un matrimonio che si rispetti si celebra fra composizioni eteree e anche l’addio a un caro è meno triste se accompagnato da un omaggio di gigli o crisantemi. Ma c’è chi compra fiori anche solo per sé e per apportare un cambiamento nell’ambiente domestico e  per circondarsi di una naturale energia vitale.

Il mondo del design floreale sta finalmente trovando lo spazio che merita, e oggi i floral designer sono ben altro rispetto ai fioristi di una volta, che al massimo si esprimevano abbinando ai bouquet una carta velina e un nastro in tinta.

Dai codici raffinati dell’ikebana alle installazioni artistiche fino ai set delle sfilate di moda, i fiori stanno rivendicando un ruolo del tutto peculiare nel mondo del green e contribuiscono con grazia e incredibile varietà a diffondere la cultura di ecologia e naturalezza tanto in auge. I floral designer di oggi creano una nuova forma d’arte, ridefinendo e reinventando una disciplina in continua evoluzione, un’arte tanto effimera quanto ambiziosa, e diffondendo negli ambiti più ampi le loro eclettiche creazioni.

Raccogliendo oltre 80 floral designer di tutto il mondo, la casa editrice londinese Phaidon ha dato alle stampe Blooms, un libro d’arte di 500 pagine, in cui sono raccolti i progetti più strabilianti, raffinati e innovativi del settore, mostrando quanto i confini di questa arte si siano spostati in avanti nell’ultimo decennio.

Fioristi affermati si affiancano a nuovi talenti emergenti, ognuno nominato da esperti del settore: dal profumiere Lyn Harris di Miller Harris all’icona del floral design Eric Buterbaugh, dando vita a una rassegna ricercata, coloratissima ed emozionante.

La metamorfosi del design floreale è il focus della pubblicazione, e come racconta la curatrice Clare Coulson nell’introduzione, nasce quando lo stilista Raf Simons fece il suo debutto nella Maison Dior a Parigi e davanti a un pubblico ignaro sfoderò la sua arma segreta: Mark Colle, all’epoca uno sconosciuto 34enne di Anversa “provvisto di una mano unica”, scrisse il Wall Street Journal. Fu sua l’idea di tappezzare le pareti attorno alle passerelle con un tripudio di orchidee, rose, peonie e dalie. L’installazione, poi diventata epica, ha fatto conoscere su larga scala l’ossessione della moda per i fiori e spalancare le porte (anche delle nostre case) a un nuovo tipo di natura: meno patinata e perfetta, più fluida, libera e gioiosa, per dirla all’inglese: ‘lush naturalism’. “Ovviamente”, continua Coulson, “è quasi impossibile parlare di un singolo trend nei lavori dell’ultimo decennio, qui catturati nel loro momento di massimo splendore”.

Blooms è una rassegna di composizioni floreali che escono dalla classificazione comune o dal catalogo del fiorista, e spazia dai totem erbosi di Jenya Tsybulskyi ai paesaggi surreali di Brittany Asch, o ancora alle composizioni che Azuma Makoto lancia nello spazio. Ma ciò che accomuna questi progetti è la maggiore consapevolezza sulle questioni ambientali e sull’importanza della natura indoor e outdoor.

Nel volume trova spazio anche una giovane generazione di artigiani-agricoltori, fra cui l’italiana Irene Cuzzaniti, che autocoltiva i propri esemplari au naturel. Spesso provati dal vento e dalla pioggia, o nati spontaneamente, questi fiori prendono le distanze dalle colture standard e diventano un elogio dell’imperfezione. Le opere floreali diventano anche soggetto di nuove interpretazioni artistiche ispirate al Secolo d’Oro della pittura fiamminga, con i suoi colori saturi, i fondali neri e le forme contorte. È un nuovo trionfo del realismo, di cui anche il mondo dei social sembra essersi accorto, perché belli come i quadri i bouquet approfittano di una vetrina virtuale illimitata, tanto che molti floral designer  non hanno più nemmeno un negozio.

“Sono lontani i tempi della battutaccia di Terence Conran e James Dyson”, conclude Coulson, “che liquidavano la mostra londinese dedicata a Constance Spry – pioniera della decorazione floreale – come ‘sciocchezza dell’alta società’”.

E le immagini di questi fiori sono così emozionanti che sembra di percepirne il profumo…

 

Nathalie Anne Dodd

 

Crediti fotografici: © 2019 – Phaidon Press Ltd.

Foto 1: Blooms: Contemporary Floral Design, Phaidon; Hattie Molloy, Melbourne, pages 104-105

Foto 2: Blooms: Contemporary Floral Design, Phaidon; Debeaulieu (Pierre Banchereau, Paris), pages 58-59

Foto 3: Blooms: Contemporary Floral Design, Phaidon; Emily Thompson Flowers, (Emily Thomson, New York), pages 68-69

Foto 4: 2D Bookshot

Foto 5: Blooms: Contemporary Floral Design, Phaidon; Jamjar (Melissa Richardson, London), pages 108-109

Foto 6: Blooms: Contemporary Floral Design, Phaidon; Lewis Miller, New York, pages 132-133

Foto 7: Blooms: Contemporary Floral Design, Phaidon

Foto 8. Blooms: Contemporary Floral Design, Phaidon; a.p. bio (Doan Ly, New York), pages 20-21

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