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Boldini e la moda

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11/07/2019

Il ritratto e la seduzione ai tempi della Belle Époque.

“Boldini sapeva riprodurre la sensazione folgorante che le donne sentivano di suscitare quand’erano viste nei loro momenti migliori”
(Cecil Beaton)

Donne elegantissime, sensuali, altere e ammiccanti. Quella pennellata nervosa e dinamica che ritrae le pose manierate e seducenti delle donne più divine dell’epoca ne enfatizza i lati più glamour, ne sublima i corpi con un tocco di raffinato erotismo, le rende felici.

Dal 1872 in poi, l’universo femminile che Giovanni Boldini rappresenta è quello dell’élite cosmopolita e mondana che si ritrova a Parigi per dare sfoggio di prestigio e ricchezza. Le donne fanno la fila per essere ritratte dall’artista, che sa cogliere la garbata vanità e il desiderio di esibirsi e le osserva agghindarsi per un piacere privato e pubblico, spesso ostentazione dell’agiatezza e del potere del marito.

L’artista trionfa nei salons parigini fra il 1892 e il 1914 e diventa il massimo esponente del ritratto d’epoca: sotto il suo sguardo voyeuristico e la pennellata voluttuosa passano, fra le tante, la principessa Eulalia di Spagna e la ballerina Cléo de Mérode, la soprano Lina Cavalieri, Consuelo Vanderbilt e la Marchesa Casati. Le ritrae nel trionfo della loro bellezza e nell’opulenza di abiti e gioielli, valorizzandole con un uso prezioso dei colori, e con l’occhio attento di chi ha uno stretto contatto con i couturier più influenti del momento: Charles Frederick Worth, Jacques Doucet, Paul Poiret e le Sorelle Callot.

Boa di struzzo, piume di pavone, tulle impalpabili, lucidi satin fanno a gara per rendere ammalianti le facoltose modelle. Boldini si ispira con virtuosismo a un ideale femminile cui le clienti sono felici di adeguarsi, spesso concentrandosi su un dettaglio: una spallina che scende, una calza velata che si scopre, scarpe che rivelano una caviglia maliziosa, un languido decoltè appena accennato. I suoi quadri sono magnetici, incarnano un canone di bellezza moderno e dirompente, con quelle gambe lunghe e magre e il poco seno (la prima modella e compagna Berthe Morisot ne è l’ispiratrice), che rivelano una cura maniacale per il corpo. Queste donne che si sottopongono a diete e cure estetiche sono ben diverse dai soggetti dalle forme opulente e carnali ispirati dall’amante Gabrielle de Rasty. Le due donne sono emblematicamente ritratte nel dipinto Conversazione al caffè: immerse nell’atmosfera raffinata e libertina della metropoli francese suggeriscono un triangolo amoroso.

Il dandy Robert De Montesquieu, ritratto dall’artista, lo descrive così: “Boldini era il tentatore di tutte le Eve che hanno ‘il mal del ritratto’. Di tutte le sfingi d’atelier…”.

La personale declinazione del ritratto di società di Boldini diventa un vero e proprio canone, un modello di stile e tendenza che anticiperà le formule e i linguaggi del cinema e della fotografia di moda del Novecento.

Grazie alla recente mostra Boldini e la moda, che si è tenuta al Palazzo dei Diamanti di Ferrara in collaborazione con Gallerie d’Arte Moderna-Museo Giovanni Boldini, un patrimonio di oltre centoventi opere – tra cui dipinti, disegni e incisioni dell’artista e dei suoi colleghi Degas, Manet, Sargent, Blanche ed Helleu, e poi meravigliosi abiti d’epoca, libri e accessori preziosi – ha ripercorso la folgorante carriera parigina dell’artista illustrando l’evoluzione di quattro decenni di stile e di fascino.

Boldini ancora oggi continua a ispirare generazioni di stilisti, da Christian Dior ad Alexander McQueen fino a John Galliano, e soprattutto Giorgio Armani, che presentando la collezione Haute Couture Armani Privé AI 2018-19, gli ha reso un sentito omaggio: “Per alcuni vestiti mi sono ispirato alle forme del pittore e ho voluto dare un tono drammatico anche alla sontuosità dei bagliori. Il tutto rimanda all’idea che mi ha mosso fin dal principio: ricordare com’era inizialmente l’Haute Couture mostrandone la vera essenza”.

Nathalie Anne Dodd

Credits

Immagine di copertina

  • Giovanni Boldini, La marchesa Luisa Casati con piume di pavone, 1911-13, Olio su tela, cm 130 x 176

Galleria

  1. Fuoco d’artificio, 1892-95, Olio su tela, cm 200 x 99,5, Ferrara, Museo Giovanni Boldini
  2. James Abbott McNeill Whistler, Il conte Robert de Montesquiou-Fézensac, c. 1894, Litografia, mm 363 x 219, Parigi, Bibliothèque nationale de France
  3. Giovanni Boldini, Ritratto della principessa Marie Radziwill, 1910
  4. Giovanni Boldini, Gertrude Elizabeth, nata Blood, Lady Colin Campbell, 1894, Olio su tela, cm 184,3 x 120,2, Londra, National Portrait Gallery. Dono di Winifred Brooke Alder per volere dell’effigiata, 1911

  5. Giovanni Boldini, Conversazione al caffè
  6. Giovanni Boldini, Giovane donna di profilo (Eleonora Duse), c. 1889-95, Olio su tela, cm 73 x 59, Collezione privata

  7. Giovanni Boldini, Consuelo Vanderbilt, duchessa di Marlborough, con il figlio, Lord Ivor Spencer-Churchill, 1906, Olio su tela, cm 221,6 x 170,2, New York, Metropolitan Museum of Art. Dono di Consuelo Vanderbilt Balsan, 1946
  8. Giovanni Boldini, La signora in rosa (Olivia Concha de Fontecilla), 1916, Olio su tela, cm 163 x 113, Ferrara, Museo Giovanni Boldini
  9. Giovanni Boldini, Gladys Deacon, 1916, Olio su tela, cm 84 x 59, Blenheim Palace Heritage Foundation
  10. Giovanni Boldini, Madame Charles Max, 1896, Olio su tela, cm 205 x 100, Parigi, Musée d’Orsay. Dono di Madame Charles Max, 1904
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