Features

Canova in mostra al Mart di Rovereto per i duecento anni

By
on
17/02/2022

Fino al 18 aprile si potrà visitare l’esposizione e scoprire come i canoni di bellezza del grande scultore e pittore abbiano influenzato gli artisti contemporanei

Oltre duecento opere in mostra per celebrare l’anniversario del bicentenario della morte di Antonio Canova (Possagno, 1757 – Venezia, 1822). Fino al 18 aprile, infatti, il museo d’arte moderna e contemporanea di Rovereto, il Mart, ospiterà l’entusiasmante esposizione dei capolavori dello scultore e pittore dal titolo “Canova tra innocenza e peccato. L’iniziativa è stata promossa dal presidente del Mart, Vittorio Sgarbi e curata da Beatrice Avanzi e Denis Isaia. Con la sua opera Canova ha incarnato l’ideale di una bellezza eterna, fondata su principi di armonia, misura, equilibrio, affermandosi come massimo esponente del Neoclassicismo italiano.

Erede della perfezione della scultura greca, ha saputo interpretare le istanze di un’epoca inquieta, a cavallo tra due secoli, dominata dall’Impero napoleonico. La sua ricerca, ricca di rimandi al passato, si apre così al futuro, lasciando in eredità un ideale estetico che continua a vivere fino a oggi. Amore e Psiche, Ninfa dormiente, Endimione dormiente, Le Grazie, Venere italica, Maddalena penitente, Creugante e il Ritratto di Francesco I d’Austria sono alcune tra le sculture in gesso più famose al mondo e si potranno ammirare negli spazi espositivi del Mart. I curatori hanno scelto di partire nello specifico da quattordici opere dell’artista, provenienti dal Museo Gypsotheca Antonio Canova di Possagno per raccontare il canone canoviano poi declinato nel lavoro di scultori e fotografi contemporanei. Da un lato la tradizione, dall’altra il contemporaneo, ed ecco quindi che quando si varca la soglia del Mart si viene accolti dalla doppia visione dell’opera Amore e Psiche, con la celebrazione del “classico” da una parte e la sua successiva interpretazione con la versione contemporanea dall’altra.

I dialoghi “temporali” proseguono nel grande ambiente centrale dove le opere di Canova sono mescolate a quelle dei grandi fotografi del ‘900. Sono presenti, per esempio, cinque dei più famosi Big Mude di Helmut Newton; gli iconici scatti che Jean-Paul Goude fece a Grace Jones; otto capolavori di Robert Mapplethorpe. E ancora, fotografie di Edward Weston, Irving Penn, Horst P. Horst. A questi fanno da controcanto nelle sale successive i fotografi che hanno perseguito ricerche di segno opposto, come Miroslav Tichý, che nella Repubblica Ceca degli anni Sessanta ha colto, spesso di nascosto, la verità di corpi femminili imperfetti; Jan Saudek e Joel-Peter Witkin che hanno messo in scena il corpo nei suoi aspetti più decadenti e grotteschi.

Una sezione della mostra, infine, è dedicata ai fotografi che hanno prestato il loro obiettivo alla documentazione e all’interpretazione dell’arte di Canova, perpetuandone la visione ideale: i fratelli Alinari, Aurelio Amendola, Paolo Marton, Massimo Listri, Luigi Spina. Trovano inoltre collocazione un nucleo di fotografie del recentemente scomparso Dino Pedriali; due celebri sculture appartenenti alle collezioni del Mart: una testa di Adolfo Wildt del 1925 e l’Intervallo di Giulio Paolini del 1985; cinque scatti della serie Ferite di Mustafa Sabbagh che ritraggono i modelli originali delle sculture di Canova a Possagno danneggiati durante i bombardamenti del 1917 (ciclo fotografico selezionato dal Mart nell’ambito del Premio Level 0 nell’ultima edizione di Art Verona).

Davide Mosca

Credits:

  • Canova tra innocenza e peccato Ph Mart Lea Anouchinsky
  • Antonio Canova Amore e psiche  Museo Gypsotheca Antonio Canova Possagno
TAGS
RELATED POSTS