C’è un luogo in Sardegna dove la musica non si ascolta soltanto: si respira, si cammina, si tocca. È il nord dell’isola, tra i monti che guardano il mare, tra pietre millenarie e sentieri di vento. Qui, a Berchidda e nei paesi vicini e lontani, l’estate ha il suono di Time in Jazz, il festival immaginato e diretto da Paolo Fresu, che torna dall’8 al 16 agosto per la sua trentottesima edizione, sotto il segno di “What a Wonderful World”. Un titolo che è una dichiarazione d’amore per la bellezza, presa in prestito da Louis Armstrong e trasformata in bandiera di speranza. Perché sì, il mondo può essere meraviglioso – e lo diventa, ogni anno, quando la Sardegna si accende di musica e poesia. A Berchidda, nella piazza del Popolo, si alterneranno artisti che non hanno bisogno di presentazioni: Stefano Bollani, estro geniale e sorriso percussivo, arriva con il Danish Trio a portare follia e grazia; Enrico Rava, monumento vivente del jazz europeo, guida i suoi Fearless Five con la leggerezza di un maestro zen. Richard Galliano, poeta della fisarmonica, s’intreccia con il suono del nord Europa nel trio Mare Nostrum, dove insieme a Fresu e Jan Lundgren fa nascere paesaggi immaginari. Danilo Rea, con il tocco che trasforma ogni nota in carezza, torna a incantare le notti galluresi. E poi lei, Simona Molinari, voce che danza tra swing e leggerezza, e Paola Turci, che con la sua eleganza interpreterà l’omaggio a Fabrizio De André, appuntamento immancabile del festival nella tenuta di L’Agnata a Tempio: parole e note che si fonderanno come mirto e granito. Il cartellone è un mosaico di emozioni, dove i grandi nomi si mescolano a nuove visioni sonore: Trentemøller, Les Amazones d’Afrique, Ze in the Clouds, Nick The Nightfly, ma anche laboratori per bambini, mostre, incontri, dj set tra le vie dei paesi e jam session che si accendono sotto le stelle. Dalla Gallura fino al Logudoro, ogni tappa – da Tempio Pausania a Porto Rotondo, da Posada a Alà dei Sardi – è un invito a scoprire un’isola che sa suonare con mille voci. «I grandi festival, come Time in Jazz, storicizzati in decenni di eventi di grande qualità, sono ormai elemento fondamentale dell’offerta turistica della Sardegna» dichiara l’assessore regionale del Turismo Franco Cuccureddu: «per questo abbiamo ritenuto di dedicargli un apposito cartellone, al quale abbiamo destinato ben 3 milioni di euro. Nella determinazione del punteggio abbiamo scelto di premiare la qualità artistica, la storicità e la notorietà, anche in termini di impatto mediatico dei grandi festival musicali, cinematografici, teatrali, che si tengono nella nostra Isola».Time in Jazz non è un semplice festival, è un rito collettivo. Un viaggio tra le radici e il futuro, tra l’intimità di un solo e la forza corale di una comunità che ogni anno si ritrova, si emoziona, si riconosce. Un’esperienza che attraversa paesaggi e generazioni, dove la musica diventa linguaggio universale, capace di unire, raccontare, accarezzare. In un tempo in cui è facile perdersi, Time in Jazz continua a indicarci una via fatta di ascolto, silenzi condivisi, abbracci in musica. E quest’anno lo fa ricordandoci che, nonostante tutto, il mondo può ancora essere meraviglioso.

Davide Mosca

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