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Claudio Koporossy. Invisibilia

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20/07/2021

La magnifica ossessione per l’acqua alla Palazzina Marfisa d’Este di Ferrara

L’arte e la ricerca del dettaglio sono il filo conduttore dell’attività di Claudio Koporossy, le due grandi passioni che guidano il suo sguardo sul mondo filtrandolo attraverso l’occhio della macchina fotografica. Rapito dalle fontane, dall’acqua e dalla natura, l’artista italo-svizzero invita a condividere le sue azioni ed emozioni, portando lo spettatore a una riflessione sul mistero della vita e sull’origine e l’infinita bellezza del creato.

L’acqua, l’origine di tutto, la “magnifica ossessione” di Koporossy, è al centro del suoi lavori, e per fissarne la natura mobile nelle nuove immagini ha fatto ricorso all’inclusione di elementi della natura: fiori, frutti e ortaggi dai colori brillanti diventano strumento per rimarcare la trasparenza dell’acqua, dando vita a tracce e cromatismi irrepetibili e catturando l’invisibile. La natura ritrova il suo spazio, l’arte e la ricerca del dettaglio si sintetizzano.

In questi giorni, e fino al 29 agosto, le splendide sale affrescate della Palazzina Marfisa d’Este di Ferrara accolgono i nuovi scatti di Koporossy, dopo essere stati esposti a Roma, Napoli, al Vittoriale degli Italiani di Gardone Riviera, a San Pietroburgo, Kuwait City e Londra. In questo spazio privato e sospeso nel tempo, gli scatti dell’artista occupano un’intera sezione della mostra Invisibilia e sono affiancati dalle immagini dei giochi d’acqua delle fontane di Parigi, della Reggia di Peterhof in Russia e della Gran Moschea dello Sceicco Zayed, ad Abu Dhabi. Le fotografie di Koporossy sono state realizzate in diversi contesti locali: dal Castello a Parco Massari, presso la nuova fontana di piazza Repubblica e quella dell’Acquedotto monumentale, su cui l’acqua scorre tra i bassorilievi allegorici di Arrigo Minerbi.

Afferma Koporossy: “Continuo questo mio viaggio nel meraviglioso mondo della fotografia ma ancor più nel mondo meraviglioso dell’acqua che giustamente viene sempre più denominata ‘oro blu’. Da quando ho iniziato, più di sei anni fa, a inoltrarmi in questo tema, realizzo sempre più l’infinità delle sfaccettature che possono essere individuate in questo soggetto a volte così sfuggente e a volte così tranquillo. L’‘oro blu’ è una fonte quasi inesauribile di immagini impensabili”.

L’acqua osservata da vicino accoglie nuove declinazioni, cristallizza l’elemento naturale e diventa un tutt’uno con esso, in risonanza con lo sguardo dell’artista e dello spettatore. L’uso della macrofotografia è perfetto per ricercare armonia ed equilibrio nell’inquadratura, consentendo alla natura di manifestarsi nei suoi dettagli più affascinanti: la pelle di un frutto, la trama di foglia, l’acqua che penetra nella terra, i colori sempre diversi delle stagioni.

Continua Koporossy “Da quando ho iniziato a fotografare l’acqua non sono più riuscito a fotografare altro. La mia idea è ‘immobilizzarla’, mi chiamano infatti ‘il fotografo che ferma l’acqua’”.

Ecco dunque la nascita di realtà quasi magiche, plasmate dal dinamismo dell’elemento naturale: quelle che l’artista chiama water natures, rifacendosi alle sue prime esperienze artistiche con le nature morte. Da qui la scelta, ad esempio, di ritrarre frutti sommersi, elementi vegetali nelle loro evoluzioni subacquee, in un’esplosione di colori che muove gli animi e genera stupore.

 

La mostra, a cura di Pietro Di Natale, è organizzata dal Servizio Musei d’Arte del Comune di Ferrara e Fondazione Ferrara Arte, in collaborazione con Il Cigno GG Edizioni, Roma. Da un’idea di Vittorio Sgarbi e Lorenzo Zichichi.

 

Nathalie Anne Dodd

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