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Coco Chanel e Pablo Picasso: spiriti affini

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02/01/2023

A Madrid sono esposti una trentina di abiti e una cinquantina di tele, disegni e fotografie di Picasso provenienti da musei e fondazioni private di tutt’Europa

Pablo e Coco si conobbero nella primavera del 1917, all’epoca del balletto Parade, grazie a Cocteau e alla pianista russa Misia Sert. Un’altra figura fondamentale è Olga Khokhlova, ballerina dei Ballets Russes e prima moglie di Picasso. Olga veste Chanel. Gabrielle Chanel (Saumur, 1883 – Parigi, 1971) e Pablo Picasso (Malaga, 1881 ‒Mougins, 1973) furono quasi coetanei, vissero entrambi nella Parigi dei folli Anni Venti ed entrambi contribuirono alla nascita dell’estetica moderna.  “Chanel sta alla moda come Picasso sta alla pittura”, sintetizzò in maniera efficace il poeta e drammaturgo Jean Cocteau, punto di contatto fra i due.
Non si sa se Coco Chanel e Picasso fossero amici nel senso più intimo e profondo del termine. Senza dubbio si frequentarono e stimarono reciprocamente, ma soprattutto collaborarono in due occasioni: la messa in scena del dramma teatrale Antigone di Cocteau, nel 1922, e nel balletto-operetta Le Train bleu di Sergej Diaghilev (con musiche di Darius Milhaud) due anni dopo, nel 1924. Entrambi respirarono il clima culturale della Parigi delle Avanguardie e dei Ballets Russes, dove non esistevano confini tra arti visive e moda, teatro, danza e musica ed era lecito sperimentare. Di questo racconta la mostra Picasso-Chanel, allestita al Museo Nazionale Thyssen-Bornemisza di Madrid, uno dei primi grandi eventi inclusi nelle celebrazioni per i cinquant’anni dalla morte dell’artista di Malaga.

Cosa è esposto
L’esposizione è un viaggio nell’estetica degli Anni Venti, alla scoperta delle influenze tra la pittura di Picasso e la moda di Chanel. Bernard Ruiz-Picasso, nipote dell’artista, ha prestato alcuni ritratti, tanti disegni, bellissime foto e un inedito paravento. Le creazioni di Coco Chanel degli Anni Venti sono accostate a una serie di opere della fase cubista di Picasso. Cappotti a trapezio, cappe senza bottoni e abiti, da giorno e da sera, dalle linee architettoniche fluide e dai toni scuri: bianco e nero, beige, cipria, marrone o tonalità terrose sono i colori che dominano anche nella tavolozza cubista dell’epoca. Lo stile di Chanel consiste nella scioltezza dei tagli, nell’uso di tessuti “umili”, come il cotone e la maglia di lana prestati dal guardaroba intimo maschile. La stoffa a stampe è al massimo bicolore, con semplici motivi geometrici o floreali, gli ornamenti in pizzo o i ricami sono essenziali, quasi sempre ton sur ton. Interessante anche il raffronto visivo fra il collage cubista e l’assemblaggio di tessuti e trame negli abiti: il guardaroba si arricchisce di inserti minimali e raffinati, talvolta anche di pelle o di pellicce meno pregiate su colli, balze o polsini, con tocchi di assoluta modernità.

Sibilla Panfili

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