Come Salvador Dalì ha immaginato il Purgatorio
A Roma la mostra del maestro del surrealismo che celebra i 700 anni dalla morte del Sommo Poeta
È il 1949 quando il Poligrafico dello Stato e il Governo italiano commissionano al pittore e maestro del surrealismo Salvador Dalì una serie di illustrazioni riguardanti la Divina Commedia per celebrare i 700 anni dalla nascita di Dante Alighieri. Così l’artista realizza tra gli anni ‘50 e ’52 ben 102 tavole illustrate che riprendono le vicende delle tre cantiche della Commedia. Genio e sregolato, sicuramente Dalì non dev’essere stato un carattere semplice con cui avere a che fare. Fin da subito il progetto artistico incontra infatti problemi per via delle polemiche dovute ai costi – considerati eccessivi dall’opinione pubblica – e al particolare stile dell’artista, giudicato da alcuni come inappropriato per rendere giustizia all’opera di Dante. E infatti gli acquerelli risultano un insieme nebuloso e onirico di personaggi, situazioni e impressioni sull’opera più importante della letteratura italiana, proprio nello stile dell’artista spagnolo. «Ho voluto che le mie illustrazioni per Dante fossero come delle lievi impronte di umidità su un formaggio divino, di qui il loro aspetto variopinto ad ali di farfalla.» dichiarò poi Salvador Dalì riguardo a questi dipinti. Naufragato il progetto, le illustrazioni saranno poi vendute a Joseph Foret, che le trasforma in xilografie e le espone presso il Museo Galliera di Parigi, pubblicando anche due cataloghi diversi: uno francese nel 1963, curato dallo stesso Foret, e uno italiano tra il 1963 e il 1964.
Per celebrare i 700 anni dalla morte del Sommo Poeta, l’esposizione ora torna a Roma presso gli spazi della Galleria delle Arti con una mostra tutta dedicata alle 33 xilografie che raccontano il Purgatorio, visitabile dal 23 settembre e fino al 16 ottobre dalle ore 18 alle 23. Il percorso espositivo segue l’ordine stipulato dal catalogo di Foret. La mostra sarà affiancata da due conferenze a cura di Caterina Brazzi Castracane sul surrealismo (“Sur- reale. Il desiderio di evasione tra I° e II° Novecento) e sulla particolare vicenda che ha accompagnato le illustrazioni di Dalì (“L’espiazione artistica. Dalì e la vicenda delle illustrazioni della Divina Commedia”). Comunque sia andata, una cosa della mostra è certa però: il Purgatorio non è mai stato così surreale.
Francesco di Nuzzo