Così il Wwf vuole salvare l’orso polare dall’estinzione
L’organizzazione dà la possibilità di adottare un animale a distanza: «I cambiamenti climatici stanno mettendo a rischio la sua vita»
La corsa è contro il tempo. L’orso polare rischia di diventare soltanto un ricordo entro il 2050. La causa di tutto è naturalmente il riscaldamento globale, che sta riducendo gli habitat di questo straordinario mammifero, ormai costretto a vivere in superfici ormai sempre più ridotte e con un numero di prede sempre minore. Per questo, dunque, a intervenire è anche il Wwf. L’organizzazione ambientalista ha infatti lanciato una campagna che ha l’obiettivo di salvare il re dell’Artico dall’estinzione. Tra le altre cose è anche possibile adottare un orso a distanza tramite l’acquisto di peluche e kit con materiale informativo. «Le banchise artiche si stanno sciogliendo ad una velocità sempre maggiore e gli orsi polari devono percorrere distanze sempre più grandi per procurarsi cibo – spiegano dal Wwf -. Se i ghiacciai continuano a diminuire a questi ritmi, entro il 2050, avremmo perso per sempre il 30% degli orsi polari attualmente esistenti».
Considerato il più grande carnivoro della terraferma insieme al kodiak, l’orso polare rischia l’estinzione a causa dell’attività dell’uomo. «I cambiamenti climatici stanno mettendo a rischio la vita dell’animale simbolo dell’Artico. Non passa anno che si registra il nuovo record della temperatura più calda e del massimo ritiro dei ghiacciai – continuano dal Wwf -. Tutto ciò influisce sulla vita dell’orso polare cambiandone le abitudini e perfino l’aspetto fisiologico. Con la diminuzione della banchisa gli orsi faticano a trovare cibo, perché pur essendo ottimi nuotatori, devono affrontare spostamenti sempre più lunghi e più frequenti in mare aperto. Le regioni artiche sono inoltre sempre più spesso interessate dall’estrazione di minerali, petrolio e gas con attività industriali che mettono a serio rischio l’ambiente dell’orso polare e delle altre specie artiche». L’organizzazione internazionale che ha a cuore il futuro del pianeta, grazie soprattutto alle donazioni, sta così mettendo in campo importanti strategie per salvare l’orso che popola le zone più a nord della Terra: «Nell’Artico portiamo avanti progetti per la salvaguardia dell’orso polare, ci battiamo per difendere il suo habitat come nel Mare di Barents, invaso da industrie che estraggono gas e petrolio, promuoviamo l’istituzione e la gestione di aree protette come la Riserva dell’Isola di Vaigach e sosteniamo la ricerca scientifica come nelle Isole Svalbard».