Così nel deserto adesso si coltivano angurie e zucchine
Il progetto di una startup norvegese sta vedendo la luce a Dubai. L’obiettivo è rendere coltivabile la sabbia attraverso la nanoargilla liquida
Il giallo del deserto lascia il posto al verde di un orto che cresce grande e rigoglioso. Accade a Dubai, dove una startup norvegese sta sperimentando una particolare tecnica che permette di rendere coltivabile anche la sabbia. È qui che sta nascendo un nuovo orto dove si piantano e si raccolgono angurie e zucchine. La startup Desert Control ci è riuscita utilizzando la liquid nanoclay, cioè la nanoargilla liquida, un particolare composto di acqua e argilla che riesce a penetrare in profondità nel terreno con l’obiettivo di renderlo finalmente fertile. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: piantato a marzo, nel corso dell’estate l’orto è apparso verde e in ottima salute.
Un progetto che, tra le tante cose, rappresenta una speranza anche per le popolazioni del deserto. «Poco prima che il Covid causasse la chiusura globale, abbiamo trasformato un pezzo di deserto in terreni fertili e piantato angurie e zucchine – si legge in un post pubblicato sulla pagina Facebook di Desert Control -. Nelle ultime settimane si è svolta la prima raccolta di angurie. Grazie a Red Crescent, questi frutti di speranza cresciuti nella sabbia del deserto hanno raggiunto campi di lavoro e persone in difficoltà. In tanti, per via del Covid, non sono stati in grado di lavorare per sostenere le loro famiglie. E con la scarsa fornitura di frutta fresca e verdura, è stato davvero stimolante vedere crescere la felicità e la speranza».
La startup norvegese Desert Control aveva iniziato i primi test in laboratorio nel 2018, con la collaborazione del Centro internazionale per l’agricoltura biosalina di Dubai. «Abbiamo inventato un nuovo modo di mescolare acqua e argilla, creando un mix che una volta spruzzato sul suolo avvolge perfettamente ogni granello di sabbia e gli permette di trattenere acqua e sostanze nutritive» si legge sul sito della società. Gli Emirati Arabi Uniti credono molto in questo progetto, visto che ancora oggi sono costretti a importare il 90 per cento del cibo. Ma non solo. L’intuizione di Desert Control potrebbe un giorno rappresentare una importante soluzione un po’ per tutte le aree del pianeta dove il deserto non permette la coltivazione di frutta e verdura. Grazie alla tecnica della nanoargilla liquida molti stati potranno infatti creare nuove prospettive di sviluppo e contribuire così all’abbattimento della povertà.
Dario Budroni