Per celebrare il libro Mare e Sardegna, verrà inaugurato il programma In viaggio con Lawrence, con incontri e percorsi col trenino verde
Era gennaio del 1921 quando lo scrittore inglese David Herbert Lawrence decise di intraprendere un viaggio in Sardegna. Cent’anni più tardi, la regione descritta in Mare e Sardegna ha deciso di immortalarlo con una serie di eventi che si terranno lungo tutto il territorio sardo. In viaggio con Lawrence, s’intitola. Un paradosso, visto il momento storico. Ma questa condizione di immobilismo, necessario per fermare la diffusione della pandemia, ha acceso tuttavia quel desiderio nascosto di mettersi in viaggio, anche solo per assistere alla bellezza delle montagne innevate, o al mare d’inverno che non smette di trasmettere il suo calore. Paragonandola con la situazione dell’autore di un secolo fa, l’inglese non poteva di certo lamentarsi. «Qua in Sicilia è così piacevole», affermò David Herbert Lawrence. E sarebbe piuttosto curioso che un cittadino proveniente da una landa sfiorata dal sole affermasse il contrario. Ma nonostante l’apprezzamento verso l’altra isola italiana, e l’amore verso l’Etna, considerata al pari di un’amante, la paura è che rimanere troppo tempo in Sicilia e vicino al vulcano potesse portare l’uomo alla follia («Non molti uomini possono veramente resistergli senza perdere le loro anime» pag. 32).
Prima tappa, Cagliari
Dunque, bisognava muoversi, scappare da quella «rete mortale». E la soluzione era ricaduta sulla Sardegna, su cui aveva molte riserve e pregiudizi. Non c’è storia, sostenne lo scrittore. E non venne nemmeno sottomessa del tutto dai Fenici e dai Romani. Insomma, per Lawrence è «fuori dal circuito della civiltà» (pag.33). Ci mise poco a cambiare idea. Fu sufficiente guardare Cagliari da fuori. Per un momento pensò di essere a Gerusalemme, vedendo come la città si ergeva verso l’alto. «È una città ripida e solitaria, senza alberi, come in una miniatura antica. E al tempo stesso simile a un gioiello, un inaspettato gioiello d’ambra a rosetta nudo nel cuore della vasta rientranza» (pag. 93). Poteva essere di origine spagnola, ma non italiana. Eppure, quell’isola lo era. La visitò tutta. I bastioni, la cattedrale. Ma per David Herbert Lawrence l’immagine di Cagliari si racchiudeva attorno al paesaggio di montagne scure, le pianure estese e le colline che si affacciavano verso la costa. «Terra e mare sembrano finire entrambi, spossati, sul capo della baia: la fine del mondo» (pag. 97). Un’immagine fitta di misteri, ma estremamente emotiva, dato che Cagliari si trovava nel pieno dell’inverno.
La via Roma
Ma fu lungo la via Roma, costellata di «caffè e tavolini all’aperto», che trovò la magia di una città che si mostra con i colori delle tradizioni. Lungo quella strada si percepì la mondanità, attraverso le danze, e l’identità, con le sue maschere non più confinate. Descrisse al meglio la prima volta che vide il suo primo contadino con il costume in bianco e nero, sottolineandone un carattere superbo e virile. Allo stesso modo, notò con piacere la forza della donne contadine: «Le loro schiene sono dritte come piccoli muri, e le sopracciglia decise e ben disegnate. Stanno sul chi vive in un modo divertente. Non c’è nessun tipo di servilismo orientale. (…) Devono badare a se stesse, e tenere i pugni duri» (pag 110 – 111).
Il viaggio in treno
Da Cagliari David Herbert Lawrence decise di passare per Mandas. L’unico modo era prendere un treno. Un viaggio lunghissimo, ma che permise all’autore di apprezzare la natura selvaggia, con le sue colline ricche di eriche, corbezzoli e piante di mirto. La Sardegna offre uno spazio esteso dove potersi immergere in lungo e in largo, e un turismo lento, come il viaggio di Lawrence può essere la soluzione per vivere al meglio questa esperienza. A Mandas, dove per altro è attiva la tratta del trenino verde, rimase poco tempo, alloggiando nel ristorante della stazione. Proprio in occasione di questo evento, verrà creata una targa commemorativa. Da lì, riprese verso Sorgono. I cambi di paesaggio tra le colline sempre più impegnative e le cascate d’acqua fresca, si alternavano ad alcune riflessioni sul contesto politico dell’epoca, con il timore che «l’illuminismo» e il cosmopolitismo potessero influire sull’identità di una regione come la Sardegna. «Siamo destinati a fonderci in una grigia omogeneità proletaria? O stiamo per tornare indietro in comunità più o meno isolate, separate, provocatorie?» (pag.142 – 143).
Gli incontri
Il viaggio non riguardò solo i confini geografici, o le riflessioni geopolitiche, dove per altro non appoggiava né l’imperialismo americano né quello russo. A lui interessava la specifica di un territorio, il suo carattere distintivo, in grado di arricchire il proprio bagaglio culturale. Della Sardegna colpì tutto questo. Le relazioni intrattenute a Cagliari, nelle locande, o in treno, guardandosi attorno alle persone che salivano e scendevano dai vagoni. E dai dialoghi con figure che raccontassero la regione in quel periodo. Come con quell’autista che spiegò a David Herbert Lawrence dell’incapacità della classe operaia a scioperare, o della poca sensibilità dei capitalisti a investire il proprio denaro («Tengono il capitale sotto chiave, e la terra è morta» (pag. 173). Ogni passaggio, dai paesi alla campagna, restituiva all’autore la consapevolezza della vera natura della Sardegna. Una terra non più “senza storia”, ma un’isola umanizzata, citando Lawrence durante la sua tappa verso Nuoro. Civilizzata in tutto e per tutto. «Andare in Italia e penetrare in Italia è come il più affascinante atto di riscoperta di noi stessi, indietro, indietro, per i vecchi sentieri del tempo» (pag 183).
La fine del viaggio
Ogni percorso ha una meta prefissata. Da Nuoro, si diresse verso Orosei, per poi ultimare il suo viaggio nella costa nord-est della Sardegna. Rimase folgorato dall’isola di Tavolara per via della sua forma imponente. «Sembra un promontorio – scrisse Lawrence – perché apparentemente tocca la terraferma. Riposa lì sul limitare del mare, in questo perduto mondo pomeridiano» (pag. 250). Da lì, gli ultimi chilometri lo porteranno davanti al porto di Terranova-Pausania (oggi Olbia), dove si dirigerà a Civitavecchia. L’esperienza di Mare e Sardegna non è più confinato nelle pagine di testo. Si possono provare venendo in Regione visitando l’entroterra sardo con il trenino verde. Con In viaggio con Lawrence, ci saranno poi delle visite nelle vie di Cagliari dove alcun persone saranno vestite con gli abiti dell’epoca. Verrà in più riaperto il Museo delle Ferrovie a Monserrato, con un’attenzione particolare alla stazione e alla Officina di Tempio Pausania. Ed è solo una parte degli eventi previsti per riaffermare un racconto di cui si intravedono i passi, nonostante i suoi cent’anni.
Riccardo Lo Re
Fonte: Libro David Herbert Lawrence, Mare e Sardegna, ed Ilisso