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Delfini da proteggere e pescatori da tutelare

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02/03/2020

Anche nell’Area marina di Tavolara si sperimenta un progetto che ha l’obiettivo di salvaguardare cetacei e attività legate alla pesca

Ci sono delfini da proteggere. E anche pescatori da tutelare. Due mondi che non sempre vanno d’accordo ma che adesso seguono due linee parallele. Tutto merito di Life Delfi, un progetto del Consiglio nazionale delle ricerche che, insieme a un importante partenariato, punta a ridurre le interazioni delle attività di pesca con i delfini e quindi a raggiungere il doppio obiettivo di salvaguardare i cetacei e limitare le perdite economiche dei pescatori. Tra le aree pilota del progetto europeo c’è anche l’Area marina protetta di Tavolara, in Gallura, che opera insieme a quelle di Punta Campanella, Isole Egadi, Costa Toscana, Isole Eolie, Costa Veneta, Torre del Cerrano e Adriatico Centrale, più le croate Istria e Cres.

Cofinanziato dall’Unione Europea, il progetto è stato avviato nei giorni scorsi con un primo incontro operativo a Roma, nella sede del Consiglio nazionale delle ricerche. Presenti le Aree marine protette e anche il Blue world institute of marine research and conservation, Legambiente e Filicudi wildlife conservation, insieme alle università di Padova e di Siena. Il progetto Life Delfi è nato perché, nelle aree individuate, il numero dei delfini è per fortuna in aumento. Allo stesso tempo, però, le interazioni dei cetacei con le attività di pesca fanno sì che il bilancio giornaliero dei pescatori si chiuda in maniera negativa. Nella migliore delle ipotesi si tratta di una perdita di tipo economico, dovuta al danneggiamento delle reti o alla sottrazione di pesce mangiato dai delfini. L’epilogo peggiore, e ancor più triste, della battuta di pesca si materializza con un delfino ferito o morto impigliato nelle reti.

Alla base del progetto Life Delfi, oltre ai dati raccolti da precedenti ricerche bibliografiche, c’è un sondaggio sottoposto a oltre cento pescatori che operano nelle aree pilota. I risultati sono chiari: il 94% dei pescatori ha riferito un’alta presenza di delfini (da 2 a 20 individui al giorno) durante l’estate. Il 68% di loro ha riferito di un aumento della presenza di delfini di circa 3 volte nell’ultimo decennio. Il danno riportato, principalmente nelle acque circostanti alle aree marine protette, si aggira in media intorno ai 1500-2000 euro all’anno, con occasionali perdite gravi fino a 10.000-20.000 euro. Insomma, un forte impatto socioeconomico in aree in cui la pesca è tra le attività principali, senza dimenticare l’alto numero di delfini morti per interazioni con gli attrezzi da pesca: 24 tra il 2012 e il 2015. Di conseguenza anche l’Amp di Tavolara, un modello internazionale di sostenibilità e salvaguardia ambientale, garantirà un prezioso contributo nella programmazione e nella gestione delle attività di ricerca e raccolta dati, per offrire così soluzioni tecniche alternative alle reti da pesca tradizionalmente usate e per la promozione di programmi di informazione e sensibilizzazione verso i pescatori e la più ampia fetta di cittadini.

 

Dario Budroni

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