Allestita al Maxxi L’Aquila, l’esposizione nasce dalla volontà di esplorare gli aspetti più oscuri del presente, tra onirismo e trasformazioni, metamorfosi e ibridazioni

Il Maxxi L’Aquila – sede distaccata del Museo delle arti contemporanee di Roma – accoglie nelle sue sale fino al 3 marzo 2024 la mostra “Diario Notturno. Di sogni, incubi e bestiari immaginari”. L’omaggio presente nel titolo è dedicato al capolavoro letterario del 1957 di Ennio Flaiano, il quale invita gli spettatori a lasciarsi trascinare tra le pagine di questo Diario Notturno che attraverso immagini e installazioni ci mostrerà i sogni e gli incubi del presente. La mostra, curata da Bartolomeo Pietromarchi con Chiara Bertini e Fanny Borel, è frutto di un lavoro collettivo che vuole riunire le voci di tredici artisti internazionali nati nell’ultimo trentennio del secolo scorso. L’esposizione nasce dalla volontà di esplorare e indagare gli aspetti più oscuri del presente, tra onirismo e trasformazioni, metamorfosi e ibridazioni per andare a creare forme inedite e dinamiche, in continuo movimento come la nostra quotidianità. I linguaggi artistici utilizzati, a volte anche distanti tra loro, contribuiscono a creare nelle sale un’atmosfera onirica e visionaria allo stesso tempo, dando la possibilità al visitatore di trovare da una parte le sculture biomorfe di Giulia Cenci e dall’altra la metafisica in rebus dei dipinti di Valerio Nicolai accostati a quelli più narrativi e psicologici di Guglielmo Castelli. In altre sale invece potremo trovare le volatili e circolari installazioni astronomiche di Alice Visentin, seguite dalla stanza installativa di Numero Cromatico, nella quale l’estetica del pixel e la vocazione per l’intelligenza artificiale si traducono in tendaggi sui quali appaiono curiosi pittogrammi antropomorfi di origine rupestre. All’interno del percorso espositivo, in continuità con l’atmosfera surrealista e onirica delle opere esposte nelle prime sale, si inserisce il progetto speciale di Giuseppe Stampone che reinterpreta alcuni luoghi significativi del territorio abruzzese attraverso disegni su carta e su legno. Le sue opere sono poi poste in un dialogo con le fotografie del suggestivo borgo di Scanno provenienti dalla Collezione Pomilio.

Viola De Colombi Bosetti

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