Droni di Sardegna
Sull’Isola la piattaforma di test e certificazione di droni unica in Italia
La Sardegna come territorio sperimentale dove si possono effettuare test per droni di qualsiasi tipo e dimensione, diventa, grazie al punto di riferimento DASS, Distretto AeroSpaziale della Sardegna, terra di interessanti prospettive in un settore in forte crescita. Favorita dagli elementi rilevanti, che sono essenzialmente parte dell’unicità di un’isola, anche la straordinarietà delle piattaforme di test per velivoli senza pilota ad ala sia rotante che fissa, ci consente di pensare che niente sia come in Sardegna. L’isola, già punto di riferimento internazionale, con il Centro di Ricerca Sviluppo e Studi Superiori in Sardegna – CRS4 che ha visto il premio Nobel Carlo Rubbia, Paolo Zanella e Nicola Cabibbo garantire la nascita e la crescita di un importante impianto progettuale legato all’informatica, può giocare oggi un ruolo di primissimo piano nel campo dei test e delle certificazioni dei velivoli senza pilota di qualunque tipo e dimensione.
«Allo stato attuale – sottolinea Giacomo Cao, Presidente del DASS – il distretto porta avanti un progetto pluriennale finanziato dalla Regione Sardegna con un milione e seicentomila euro che prevede di sviluppare metodologie e infrastrutture innovative per effettuare attività di ricerca, sviluppo, sperimentazione e certificazione di RPAS (Sistema Aereo a Pilotaggio Remoto) di categoria “HALE” (High Altitude Long Endurance) e “MALE” (Medium Altitude Long Endurance). Le attività possono essere sviluppate sia presso l’aviosuperficie Aliquirra nel comune di Perdasdefogu sia presso le infrastrutture che fanno capo al Poligono Sperimentale e di Addestramento Interforze di Salto di Quirra, a seguito dell’accordo quinquennale siglato tra il Ministero della Difesa e il DASS nel 2018. A breve si potrà contare sull’aeroporto di Tortolì di prossima riapertura e auspicabilmente anche su quello di Fenosu».
La messa a sistema delle infrastrutture aeroportuali nel territorio isolano e delle disponibilità tecnologiche di altissima valenza che fanno capo al PISQ, Poligono Sperimentale e di Addestramento Interforze di Salto di Quirra, unitamente ai corridoi militari di spazio aereo segregati, cioè quegli spazi per operazioni militari che da giugno a settembre risultano spesso inutilizzati, genera una piattaforma di test e certificazione di velivoli senza pilota probabilmente unica in Italia capace di attrarre in Sardegna significative attività scientifiche e industriali. Tale piattaforma potrebbe presto rappresentare un esempio di eccellenza con sede in Sardegna in grado anche di travalicare i confini nazionali così come è accaduto per l’unicità della Costa Smeralda.
Il concetto di eccellenza di specifiche iniziative che si sviluppano quasi esclusivamente in Sardegna può essere un importante motore di crescita e sviluppo. Basti pensare, quali ulteriori esempi che si innestano su tale concetto, all’idea di valorizzare ben 7000 siti nuragici attraverso la Sardegna verso l’Unesco e di far conoscere in tutto il mondo i Giganti di Mont’e Prama. «L’isola che con tali ritrovamenti cambia i libri di storia, dimostrando tracce antecedenti a quelle fino ad ora oggetto di studio, – spiega Giacomo Cao – ci consente di guardare a scenari che pongono nell’aerospazio nuove frontiere». Quando si ha come obiettivo la certificazione di un drone la prima cosa da prendere in considerazione è la sicurezza nelle innumerevoli applicazioni possibili che rappresentano la proiezione realistica di un futuro non così lontano: droni postali, sperimentali che potranno svolgere il ruolo di sentinelle in chiave cyber security e velivoli senza pilota, che inevitabilmente diverranno, ad esempio, i taxi del futuro per tratte da e per Roma Fiumicino.
L’impatto economico che un’infrastruttura di test di UAV (Unmanned Aerial Vehicle) propriamente organizzata potrebbe apportare all’isola è deducibile, con gli opportuni adattamenti, dagli studi effettuati negli USA nell’anno 2013, riferiti ad un nuovo centro di test UAV nello stato del Texas. Tale studio ha stimato le ricadute economiche sul proprio territorio in circa 800 milioni di dollari annui e 15000 posti di lavoro entro il 2020. Mentre l’impatto economico dato dall’integrazione dei sistemi UAV o UAS, Unmanned Aircraft System, nell’economia USA si prevede pari a 82 miliardi di dollari nel periodo 2015-2025. Sebbene la realtà italiana, e isolana in particolare, siano significativamente diverse da quella americana, tali considerazioni fanno comunque intravedere le possibili ricadute economiche delle attività previste nel progetto portato avanti dal DASS.
La Sardegna si fa quindi polo di aggregazione di nuovissime competenze che, attraverso la definizione e il deposito di marchi e brevetti, possono essere opportunamente tutelate soprattutto quando queste vengono create da investimenti pubblici: più le risorse sono comuni, maggiore deve essere l’attenzione con l’obiettivo di creare un circuito virtuoso per nuove metodologie in ambiente operativo, con incremento del livello di maturità delle tecnologie abilitanti dedicate agli RPAS (Sistema Aereo a Pilotaggio Remoto).
Si sta procedendo quindi a sperimentazioni di sistemi e tecniche per la sicurezza e la sorveglianza, per svolgere attività di test e certificazione in volo per la verifica industriale della rispondenza ai requisiti operativi e normativi e infine si svolgono attività di formazione, certificazione e addestramento piloti di RPAS nei settori principali, quali: sorveglianza in mare, smistamento posta, e monitoraggio del territorio sia per incendi che per alluvioni.
Anna Maria Turra