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Duecento capolavori di Klimt in mostra al Museo di Roma

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06/12/2021

Il grande artista fu influenzato notevolmente dai suoi viaggi in Italia, in particolare a Ravenna dove rimase affascinato dai meravigliosi mosaici bizantini

Dipinti, disegni, manifesti d’epoca e sculture. La corposa produzione, in mostra al Museo di Roma, racconta la parabola artistica del grande maestro austriaco: Gustav Klimt. L’esposizione, visitabile fino al 27 marzo 2022, vuole ripercorrere la vita del grande artista mettendo in luce il ruolo svolto nella Secessione viennese e del rapporto di Klimt con l’Italia. Le duecento opere esposte sono state messe a disposizione dal Belvedere Museum di Vienna, dalla Klimt Foundation e dalla collezione privata Neue Galerie Graz. Non potevano mancare i lavori “iconici” del Maestro come la famosissima Giuditta Giuditta I, Signora in bianco, Amiche I (Le Sorelle) (1907) e Amalie Zuckerkandl (1917-18). Sono stati anche concessi prestiti del tutto eccezionali, come La sposa (1917-18), che per la prima volta lascia la Klimt Foundation, e Ritratto di Signora (1916-17), trafugato dalla Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi di Piacenza nel 1997 e recuperato nel 2019.

Particolarmente interessanti le cartoline autografe che raccontano i viaggi del Maestro in Italia quando visitò Roma, Trieste, Venezia, il Lago di Garda, Firenze, Pisa, Ravenna dove ebbe modo di apprezzare e studiare le meraviglie dei mosaici bizantini. Luoghi che ispirarono Klimt nella creazione di alcuni suoi paesaggi. Il pittore austriaco influenzò, poi, non poco gli artisti italiani. Per evidenziare questo importante aspetto delle connessioni klimntiane sono state affiancate, alle opere del maestro, quelle di alcuni artisti italiani come Galileo Chini, Giovanni Prini, Enrico Lionne, Camillo Innocenti, Arturo Noci, Ercole Drei, Vittorio Zecchin e Felice Casorati che più degli artisti viennesi avevano recepito la portata innovativa del linguaggio klimtiano dando poi vita alle esposizioni di Ca’ Pesaro e della Secessione romana. La mostra propone, poi, un piccolo miracolo digitale. Grazie, infatti, alla collaborazione tra Google Arts & Culture Lab Team e il Belvedere di Vienna, è stato possibile ricostruire tre dipinti realizzati da Klimnt tra il 1899 e il 1907 e andati distrutti in un incendio: Quadri delle Facoltà – La Medicina, La Giurisprudenza e La Filosofia. Come è stato possibile? Gli esperti informatici e studiosi, attraverso l’intelligenza artificiale “Machine Learning”, hanno ricomposto digitalmente i pannelli a colori utilizzando alcune vecchie foto in bianco e nero e articoli di giornale dell’epoca.

La Secessione e l’Italia è una mostra promossa da Roma Culture, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, co-prodotta da Arthemisia che ne cura anche l’organizzazione con Zètema Progetto Cultura, in collaborazione con il Belvedere Museum e in cooperazione con Klimt Foundation, a cura di Franz Smola, curatore del Belvedere, Maria Vittoria Marini Clarelli, Sovrintendente Capitolina ai Beni Culturali e Sandra Tretter, vicedirettore della Klimt Foundation di Vienna.

 

Davide Mosca

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