Egitto, trovata la città d’oro perduta
Scavato un vasto insediamento di oltre 3mila anni fa. Secondo gli archeologi si tratta della più grande scoperta dopo il ritrovamento della tomba di Tutankhamon
La storia si continua a scrivere tra la sabbia del profondo Egitto. La notizia dell’ultima scoperta ha fatto il giro del mondo e ha fatto saltare dalla sedia gli studiosi dell’antichità. Vicino a Luxor, sulle sponde del Nilo, è stato riportato alla luce un insediamento di tremila anni fa che gli archeologi hanno già ribattezzato come la città d’oro perduta. A guidare il grande scavo è il famoso archeologo e divulgatore scientifico Zahi Hawass, ex ministro dell’Antichità egiziano e autore della ricostruzione della genealogia di Tutankhamon attraverso il Dna. E a proposito di Tutankhamon, gli archeologi hanno spiegato che lo scavo dell’antica città, di nome Aten, risulta essere la scoperta più importante messa a segno dopo il ritrovamento della tomba dello stesso faraone. Non è da escludere, inoltre, che nei prossimi mesi possano essere individuate alcune tombe ancora ricche di tesori.
Fondata dal faraone Amenhotep III, che governò l’antico Egitto dal 1391 al 1353 avanti Cristo, Aten sta pian piano riemergendo dalle sabbie egiziane nel corso di uno scavo che aveva preso il via lo scorso settembre. «Molte missioni straniere hanno cercato questa città e non l’hanno mai trovata. Abbiamo iniziato il nostro lavoro alla ricerca del tempio funerario di Tutankhamon perché i templi di Horemheb e Ay sono stati trovati in questa zona – ha spiegato Zahi Hawass nel suo profilo Facebook -. Le strade della città sono fiancheggiate da case, le cui mura sono alte fino a 3 metri. Possiamo rivelare che la città si estende a ovest, fino alla famosa Deir el-Medina». Anche Betsy Brian, professore di egittologia alla John Hopkins University di Baltimora, negli Stati Uniti, è intervenuto sul grande lavoro archeologico in corso in Egitto: «La scoperta di questa città perduta è la seconda scoperta archeologica più importante dalla tomba di Tutankhamon. Ci darà un raro sguardo sulla vita degli antichi egizi nel periodo in cui l’impero era più ricco».
Sono diversi i ritrovamenti fatti finora. Reperti e strutture ancora in piedi che il tempo sembra non aver scalfito. «Il primo obiettivo della missione era datare questo insediamento. I riferimenti storici ci dicono che era costituito da tre palazzi reali del re Amenhotep III, nonché dal centro amministrativo e industriale dell’impero – si legge ancora sul profilo di Hawass -. Un gran numero di reperti archeologici, come anelli, scarabei, vasi di ceramica colorata e mattoni di fango recanti i sigilli del cartiglio del faraone, hanno confermato la datazione della città». Dopo sette mesi di scavi sono riemersi quartieri, botteghe e sepolture, sia di uomini che di animali. Ma il bello, come spesso accade, potrebbe ancora venire.
Dario Budroni