Eventi climatici estremi e riscaldamento globale, la ricerca del Cnr fa luce sull’annosa questione
Uno studio appena pubblicato mette le basi solide per il miglioramento dei modelli di previsione e ribadisce lo stretto legame tra l’azione dell’uomo e l’innalzamento delle temperature
Alluvioni, uragani, tifoni. Eventi climatici estremi sempre più frequenti che spesso possono essere devastanti per l’uomo e per il territorio. Ma soprattutto sempre più imprevedibili. Da anni gli scienziati e meteorologi di tutto il mondo cercano di inseguire la “formula”magica per sciogliere l’enigma delle cause. E sebbene il nemico numero 1, individuato dalla maggior parte delle pubblicazioni e ricerche, sia il cambiamento climatico le motivazioni fino ad oggi sono state sempre poco chiare. Uno studio appena pubblicato dagli studiosi del Cnr-Isacv sulla rivista scientifica Nature Comunication mette un po’ d’ordine nel caos di informazioni e dati che fino a oggi hanno influenzato la nostra conoscenza. Nello specifico i ricercatori sono andati ad analizzare i meccanismi responsabili dell’intensificazione degli eventi estremi nel clima presente e futuro. Lo studio è stato condotto da due ricercatrici dell’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Consiglio nazionale delle ricerche di Bologna (Cnr-Isac). Da oggi sarà possibile avere nuovi elementi per comprendere il complesso quadro di cambiamento degli eventi climatici estremi, evidenziando i fattori chiave responsabili della loro intensificazione. Di certo c’è una conferma “la frequenza e l’intensità di tali eventi cambiano per effetto del riscaldamento globale, e come tali cambiamenti dipendano dalle proprietà statistiche delle temperature giornaliere nelle diverse aree della Terra e dalla loro evoluzione nel tempo”. In particolare, attraverso le più recenti simulazioni numeriche del clima passato e futuro, lo studio rivela il ruolo cruciale della variabilità accanto a quello dell’innalzamento delle temperature medie, quantificandone in modo rigoroso gli effetti sugli eventi estremi. A fornire ulteriori indicazioni sulle recenti scoperte Claudia Simolo, una delle autrici del lavoro: «Gli eventi estremi aumentano in modo allarmante sia in numero che in severità dall’inizio della rivoluzione industriale, in un quadro di cambiamento altamente eterogeneo. In alcune aree del pianeta gli eventi di caldo estremo si susseguono a ritmi senza precedenti, mentre in altre si manifestano in modo sempre più dirompente, con gravi conseguenze per l’uomo e gli ecosistemi: tuttavia, i fondamentali meccanismi di amplificazione sono ancora poco chiari, aggiungendo elementi di incertezza alle proiezioni future». La chiave di lettura dunque sarebbe proprio la “variabilità”e l’ampiezza delle fluttuazioni intorno al valore medio. Susanna Corti, l’altra ricercatrice autrice dello studio ha poi aggiunto: «D’altra parte, in Europa e nel Mediterraneo, il rapido innalzamento delle temperature estive -a causa del progressivo inaridimento del suolo- è l’elemento determinante dei sempre più intensi e persistenti episodi di caldo estremo». Lo studio è estremamente importante perché fornisce prospettive molto importanti per il miglioramento delle proiezioni dei modelli per i prossimi decenni e mettono un punto fermo sul legame tra i cambiamento negli eventi climatici estremi e il riscaldamento globale di origine antropica.
Davide Mosca