È famoso per le opere realizzate con pane carasau, l’antico pane simile a fogli di carta
Nella serie dedicata al lavoro femminile e alla cultura sarda, in cui la preparazione del pane è la solenne liturgia domestica su cui poggiavano comunità intere, l’artista di Fonni, in provincia di Nuoro, si ispira al tema della panificazione. E nella sua ricerca abbina, sperimentando, il pane su figure di donne sarde in abito tradizionale. Le opere sono realizzate non solo con fondo applicato di pane resinato ma anche in diversi materiali. La passione per la tecnica del mosaico permette all’artista di unire, in modo inaspettato e felice, tessere di marmo e pittura, misti a frammenti di altri elementi naturali, come il sughero.
«Non produco molto ma sperimento da oltre 30 anni, – dice Gianni Muttu, classe 59 – ultimamente mi piace molto la spatola e il lavoro senza pennello. Adoro sperimentare con la juta e con materiali diversi che, assorbendo il colore in modo imprevedibile, danno risultati inattesi.»
E azzarda combinazioni sempre differenti, tra corteccia di fichi d’India, lamiere ossidate in cui può apparire anche la ruggine, afferma «Forse si nasce con una predisposizione, ma se parliamo di talento, sono certo si debba coltivare: un campo può anche essere fertile ma se non lo curi rimane vuoto. Il giorno in cui dici io sono bravo, hai finito di crescere, bisogna capire che occuparsi del proprio genio può significare anche studiare. Del resto se il più grande tra gli atleti non si allena resterà al di sotto delle proprie possibilità.»
Nella sua interpretazione personale di “Omaggio a Michelangelo”, con stile impressionista e materico, nella serie “Mini quadri”, rende un tributo al grande scultore e, con olio e spatola in soli 10 centimetri quadrati di tela di lino, è come se l’artista ponesse una chiave di basso davanti al rigo della sua perizia tecnica.
La sua prima istallazione, Il ciclista sulla spiaggia, realizzata nel litorale di Alghero, conta ben 770 lettini disposti in maniera strategica sull’arenile. La veduta dal drone mostra un atleta impegnato in una corsa a pedali; il progetto, realizzato in una settimana, ha avuto bisogno di una preparazione di oltre 6 mesi e dell’aiuto dei ragazzi del Liceo Artistico Francesco Costantino di Alghero.
Ma Giovanni Battista Mattu non crea solo immagini ispirate al Rinascimento o agli Impressionisti, ai Macchiaioli o agli esponenti sardi del primo Novecento, realizza anche murales insieme ad altri artisti di Fonni; dopo le prime mostre collettive nel 2001 allestisce la sua prima personale ad Alghero, il nome d’arte, Gianni Mattu, negli anni appare in moltissime esposizioni sia in Italia che all’estero: Artistes du monde di Cannes, Triennale di Roma, Fiera internazionale Arte Padova. Numerosi i premi al suo attivo come quello internazionale Arcaista Tarquinia. «Oggi vivo e ho il mio studio ad Alghero. – sostiene l’artista – Definisco questo mio modo di procedere una scommessa con me stesso, sono un autodidatta con una forma di curiosità piuttosto spiccata e un forte legame con la natura selvaggia e incontaminata oltre che con le tradizioni della mia terra.»
Mosaici con pane carasau e pitture, sul suo profilo Instagram, rendono un’idea chiara di una campionatura e di una varietà sorprendenti: le sue opere mostrano le serie dedicate ai giochi dei bambini, ricordi di un tempo dove i giocattoli erano inventati e la manualità e la fantasia erano tanto preziose, parlano di un’arcaica forma di socializzazione; alcuni dei costumi tradizionali raffigurati si usano ancora e testimoniano l’importanza delle tradizioni e dell’identità sarde.
Compaiono nelle sue opere cemento, sabbia, cartone, ma anche ritagli di sacchi di juta usati, che offrono la sensazione del vissuto e del tempo e che, incollati su tavola o su tela, si fondono con la materia quasi scultorea del colore ad acrilico e ad olio.
In altri dipinti i frammenti di fichi d’India, essiccati e sfogliati, somigliano nella trama a un antico ricamo.
Anna Maria Turra