Gli scienziati riproducono la voce di una mummia
Il risultato è dei ricercatori dell’Università di Londra: ricostruito l’apparato fonatorio di un sacerdote dell’antico Egitto
Voci dall’oltretomba. Potrebbe apparire come un qualcosa di inquietante, invece si tratta di un nuovo e grande passo compiuto dalla scienza. I ricercatori dell’Università di Londra sono infatti riusciti a ricostruire il tratto vocale di una mummia, per l’esattezza di un sacerdote egizio vissuto tremila anni fa. Attraverso una tac e la stampa 3D gli scienziati hanno riprodotto la gola e la laringe dell’antico egizio. I risultati dell’esperimento, raccontati sulle pagine della rivista Scientific Reports, hanno presto fatto il giro del mondo. Cioè che si vedeva soltanto in alcuni film, con le mummie che tornavano in vita per terrorizzare il regno dei vivi, è in parte accaduto grazie all’intuizione degli scienziati e a una tecnologia che permette ormai di ottenere risultati inimmaginabili fino a poco tempo fa.
La mummia, di nome Nesyamun, è custodita da duecento anni tra le stanze del museo di Leeds. Si tratta del corpo di un sacerdote morto quando aveva circa 55 anni e che aveva una mandibola pronunciata, i denti consumati e le gengive malate. I ricercatori inglesi, tremila anni dopo la morte e il processo di mummificazione dell’uomo vissuto nell’antico Egitto, sono così riusciti a sintetizzare il suono della sua voce, ricostruendo quindi il suo apparato fonatorio grazie anche ai tessuti molli che, in tutti questi secoli, sono rimasti praticamente intatti. Con l’utilizzo di una laringe elettronica e della stampa 3D, la mummia conservata in Inghilterra ha infine emesso un suono. Gli studiosi, guidati da David Howard, sono anche riusciti a constatare che il tratto vocale del sacerdote era molto più piccolo se paragonato a quello degli uomini di oggi.
Dario Budroni