L’azienda di abbigliamento outdoor aderisce alla campagna di sensibilizzazione sul clima in programma il 20 e il 27 settembre.
Dopo le recenti manifestazioni che hanno avuto come tema dominante il surriscaldamento climatico, la sensibilità verso il futuro (non così remoto) del Pianeta sta diventando centrale, toccando l’agenda politica dei governi internazionali e di aziende leader di ogni settore, come Patagonia. Sino a qui, i numeri raccolti sono incoraggianti. Il primo dato viene dal basso, da quei milioni di studenti di 150 paesi che, in occasione del Friday For Future, hanno deciso di scendere in piazza per prendere finalmente la parola. Tutto questo, in nome della sostenibilità ambientale e della tutela dell’intero ecosistema.
Il report pubblicato dal Panel Intergovernativo sul cambiamento climatico (IPCC) dimostra che è necessario intervenire al più presto grazie a delle politiche efficaci e di lungo periodo, in modo da mantenere il surriscaldamento globale entro la soglia dei 1,5 C° entro il 2050. Se superata, gli effetti sarebbero devastanti per il Pianeta e per la sussistenza dell’uomo.
Il primo passo è la sensibilizzazione e la partecipazione massiccia a iniziative come quelle in programma il 20 e il 27 settembre in diverse città italiane e del mondo. Per favorire l’adesione al Global Climate Strike, l’azienda Patagonia ha deciso di mantenere chiuse le casse delle proprie sedi di Cortina, Milano e Montebelluna, nonché gli uffici sparsi in Europa.
“La crisi climatica è una questione umana che riguarda tutti noi. – afferma Ryan Gellert, General Manager EMEA di Patagonia – Siamo ispirati dai giovani attivisti che stanno portando avanti un movimento globale e, come loro, Patagonia sta richiedendo un’azione urgente e decisiva per il bene delle persone e del pianeta. In quanto azienda internazionale, chiuderemo i nostri negozi il 20 e il 27 settembre, manifesteremo con i giovani attivisti e domanderemo ai governi di tutto il mondo di intervenire. Invitiamo le imprese e chiunque sia preoccupato per il destino della Terra e del genere umano a reagire concretamente e unirsi a noi”.
Riccardo Lo Re
