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I colori della Serenissima in mostra

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27/07/2022

La pittura veneta del Settecento in Trentino, terra di contaminazioni

È una mostra di intense emozioni quella in corso al Castello del Buonconsiglio. I fantastici colori, le invenzioni, le grandi storie del più sontuoso Settecento veneziano risplendono nei saloni del Magno Palazzo dei Principi Vescovi di Trento.
 Sia per conquistare con la loro bellezza sia per documentare, per la prima volta in modo approfondito, l’influsso dell’arte veneziana nelle vallate del Trentino. Settanta opere, molte di grandi dimensioni, che arrivano (alcune tornano) a Trento da musei e collezioni europee e statunitensi. Si tratta di dipinti che ornavano palazzi e chiese di queste vallate e che tempo, guerre, vicende familiari hanno disperso.
Con tenacia i curatori Andrea Tomezzoli (Università degli Studi di Padova) e Denis Ton (Castello del Buonconsiglio) hanno inseguito le loro tracce, scovandole in musei o sul mercato antiquario internazionale, riuscendo a riunirle e, in alcuni casi, a ricomporle, in una esposizione dove ricerca scientifica e spettacolarità esprimono un perfetto connubio.

“La mostra – spiega il Direttore del Buonconsiglio, Laura Dal Prà – vuole fornire un quadro delle presenze di artisti e di opere di maestri veneti nei territori del Principe Vescovo o del Tirolo meridionale tra la fine del Seicento e il Settecento, rivelando un’intensità di scambi che si possono ben comprendere per motivazioni storiche, per ragioni di gusto, per gli interessi e la formazione culturale dei committenti, per le relazioni che le comunità locali hanno intrattenuto con i principali centri della Repubblica di Venezia”.
La vicinanza ai territori della Serenissima ha inevitabilmente condotto a una serie di strettissimi legami, secondo ‘rotte’ percorse in una duplice direzione: da un lato con l’arrivo di opere d’arte inviate da Venezia o con la presenza di artisti veneti in Trentino; dall’altra con soggiorni di formazione di pittori del Principato Vescovile nei due centri principali della Repubblica Veneta, ovvero la capitale e Verona. È, infatti, rilevante il potere attrattivo esercitato lungo tutto il secolo dalla Scuola Veronese, che nel 1764 si organizzò in una vera e propria Accademia di pittura, riconosciuta ufficialmente e guidata dalla autorevole personalità di Giambettino Cignaroli. Ma molteplici sono i fattori che hanno contribuito a questi scambi, determinando una situazione quanto mai complessa e stratificata. “La mostra costituisce l’occasione per allargare lo sguardo e annodare fra loro con un filo rosso le opere sul territorio di artisti come Fontebasso o Giambattista Pittoni e Gaspare Diziani”, sottolinea Denis Ton. “Su tutti prende rilievo la presenza di Antonio e Francesco Guardi, indiscussi protagonisti della stagione pittorica tardo-settecentesca veneziana, ma con le proprie radici familiari in Val di Sole, dove torneranno più volte”.

Sibilla Panfili

INFO

www.buonconsiglio.it

info@buonconsiglio.it

Tel. 0461233770

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