Sono bianchi, silenziosi, maestosi. Eppure, sempre più vulnerabili. I ghiacciai sono tra le vittime più evidenti e drammatiche della crisi climatica. A loro è dedicata “Ghiacciai”, la nuova grande mostra fotografica di Sebastião Salgado, in programma dal 12 aprile in due sedi d’eccezione: il Mart – Museo di arte moderna e contemporanea di Rovereto e il MUSE – Museo delle Scienze di Trento. L’iniziativa arriva in occasione dell’Anno Internazionale della Conservazione dei Ghiacciai, proclamato dalle Nazioni Unite per il 2025, e nasce da un’idea del Trento Film Festival, con la curatela di Lélia Wanick Salgado, compagna di vita e di lavoro dell’artista. Sessanta fotografie in bianco e nero, molte delle quali inedite, raccontano la bellezza struggente dei ghiacciai del pianeta, dallo Himalaya alla Patagonia, dalla Georgia del Sud all’Artico canadese. Scattate nel corso di lunghi viaggi e spedizioni, le immagini testimoniano l’impegno di Salgado nel documentare i cambiamenti del nostro pianeta, un lavoro che dura da oltre cinquant’anni.
Al Mart, l’allestimento si sviluppa in un percorso immersivo tra oltre cinquanta scatti. A chiudere la mostra, una sala video con una selezione di film curata insieme al Trento Film Festival, che include Icemeltland Park di Liliana Colombo, opera premiata nel 2021. Al MUSE, invece, le fotografie diventano una monumentale installazione sospesa nel cuore del museo, il “Grande Vuoto” progettato da Renzo Piano, con una selezione interamente dedicata al Parco nazionale e riserva di Kluane, in Canada. La mostra non è solo un’esperienza estetica, ma anche un forte messaggio scientifico e politico. I ghiacciai, spiega la climatologa Elisa Palazzi – autrice di un testo nel catalogo della mostra – sono veri e propri organismi viventi: si formano, si muovono, si trasformano. Ma oggi, a causa del riscaldamento globale, stanno scomparendo a un ritmo allarmante. Ogni anno, si perdono circa 87.000 km² di superficie glaciale. La loro fusione non solo modifica i paesaggi, ma compromette l’approvvigionamento idrico di miliardi di persone e l’equilibrio climatico globale. Sebastião Salgado, classe 1944, nato in Brasile e residente a Parigi, è uno dei fotografi più apprezzati al mondo. Dopo una carriera iniziata negli anni ’70, ha dedicato la sua vita a raccontare l’umanità e l’ambiente, spesso con progetti di lungo respiro. Dai lavoratori di La mano dell’uomo ai paesaggi primordiali di Genesis, fino alla foresta amazzonica in Amazônia, Salgado ha sempre unito la forza dell’immagine alla riflessione etica e sociale. Con sua moglie Lélia, ha fondato l’Instituto Terra, dedicato alla riforestazione della Foresta Atlantica in Brasile. In oltre vent’anni, sono riusciti a riportare in vita un intero ecosistema. Ghiacciai rappresenta una rara occasione per vedere riunite la fotografia artistica e la divulgazione scientifica. Il progetto si inserisce anche nella 73ª edizione del Trento Film Festival (25 aprile – 4 maggio), di cui Salgado ha firmato il manifesto ufficiale con uno scatto dal ghiacciaio di Kluane. A completare la mostra, un catalogo edito da Contrasto, con testi di Lélia Wanick Salgado, Elisa Palazzi e una poesia di Primo Levi, “Il Ghiacciaio”, scritta nel 1946, che apre simbolicamente l’intero percorso espositivo.

Davide Mosca

 

 

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