Il caffè che fa bene all’umore e all’ambiente
Dall’amido di mais nasce Gea, la capsula green a rifiuti zero
Il caffè deve essere caldo come l’inferno, nero come il diavolo, puro come un angelo e dolce come l’amore. – Principe Tayllerand
Rituale insostituibile, piacere sensuale, stimolo per l’azione… quanti di noi mancherebbero all’appuntamento mattutino con la bevanda più nera ed eccitante del mondo?
Ma anche il caffè, croce e delizia delle nostre giornate, sale sul banco degli imputati per la sua impronta ecologica. È dimostrato che la sua produzione ha un considerevole impatto sull’ambiente poiché per ottenere 1 kg di caffè tostato vengono emessi 10 kg di gas serra, si utilizzano circa 4 metri cubi di acqua e 17 kg di materiali abiotici. E l’importazione del caffè in Italia incide del 2,25% sulle importazioni totali di alimenti.
È necessario quindi un attimo di riflessione al momento di acquistare o consumare la corroborante bevanda. Chiediamoci che cosa stiamo assaporando, sia in termini di composizione che di provenienza. Privilegiando le qualità prodotte dalla filiera ecosostenibile e il fair trade contribuiamo a tutelare i lavoratori dei principali Paesi produttori di caffè (Brasile, Etiopia, Vietnam, Colombia, Indonesia, Messico, Guatemala e Honduras), e scegliendo le piccole e grandi aziende italiane limitiamo in parte l’impatto sull’ambiente causato da lunghi trasporti.
Un piccolo modello di successo è l’esperimento di due imprenditori siciliani, Rosolino Palazzolo e Isidoro Stellino, che sono riusciti a far crescere nelle campagne di Terrasini, a pochi km da Palermo, un caffè completamente made in Italy. Seguendo tutti i processi di lavorazione, e con l’obiettivo di ottenere 250 piante di pregiata Arabica, i produttori siciliani garantiscono alta qualità in tutte le fasi: la raccolta manuale seleziona solo le migliori bacche mature, la fermentazione avviene all’interno di botti barrique (quelle usate per affinare il vino), per ottenere dolcezza e complessità aromatica ben dosate. L’essiccazione avviene al sole e vengono utilizzate le migliori tecniche di tostatura per assicurare un’alta qualità del caffè. E del prezioso caffè italiano non si butterà via nulla: con gli scarti della lavorazione verranno prodotti un coffee tea fatto con la buccia del caffè e una tisana con le pellicole che avvolgono il chicco.
E se passi in avanti vengono fatti dai produttori di caffè italiani in termini di sostenibilità della produzione, la grande diffusione nel mondo della bevanda nera ha incrementato l’uso di macchine espresso a capsule, che semplificano la preparazione e consentono una varietà di gusti a facile portata di tutti. La nota dolente è che l’uso indiscriminato delle capsule in plastica e alluminio sta diventando un vero problema per lo smaltimento.
Anche qui però c’è una bella notizia, l’azienda Flo, tra i maggiori produttori europei di packaging per alimenti, ha inventato Gea, una capsula biodegradabile, compostabile e tecnicamente evoluta, che dopo l’uso si getta nel bidone dell’umido per essere smaltita come rifiuto organico, che poi diventerà un fertilizzante per l’agricoltura. Grazie al lavoro di ricerca di oltre due anni in collaborazione con NatureWorks, tra i maggiori produttori mondiali di biopolimeri tecnici, la nuova capsula abbina all’attenzione all’ambiente performance eccellenti, studiate per garantire la migliore esperienza del caffè, senza sacrificarne gusto e aroma.
Gea, dunque è una capsula stabile, capace di mantenere inalterate le caratteristiche organolettiche nel tempo e di raggiungere una pressione di erogazione che garantisce un caffè ottimale per gusto, aroma e crema. È realizzata al 100% in Pla Ingeo, un biopolimero tecnico sviluppato da NatureWorks e protetto da brevetto, ottenuto interamente da risorse vegetali rinnovabili. La materia prima alla base del biopolimero è amido di mais coltivato appositamente per applicazioni industriali e certificato Iscc Plus, lo schema che certifica la sostenibilità delle materie prime agricole utilizzate per prodotti a base biologica, compresi gli aspetti ambientali e sociali della produzione.
L’attenzione di Flo verso la produzione di soluzioni funzionali e sostenibili fa parte del progetto zero-waste dell’azienda, che punta all’eliminazione dei rifiuti dando nuova vita al materiale derivante dai resti della produzione industriale. Nel caso specifico, con i residui di Pla Ingeo utilizzato per la produzione delle capsule, Flo, in collaborazione con la start-up Caracol Design Studio, ha realizzato lo stand con il quale partecipa alle fiere e The 3D Bar, un vero e proprio bar dal design accattivante per accogliere gli ospiti, completamente stampato con tecnologia 3D da un sistema robotico antropomorfo, secondo un’innovazione green a rifiuti zero.
Pronti per la prossima tazzulella e’ cafè?
Nathalie Anne Dodd