L’agenzia spaziale mette in palio 500mila dollari. Andranno a chi progetterà pietanze gustose per le missioni di lunga durata
L’uomo riuscirà a volare fino al pianeta rosso. La tecnologia è talmente in fase avanzata che l’antico sogno di atterrare su Marte diventerà presto una realtà. Ma è chiaro: senza cibo l’uomo non andrà da nessuna parte. Per questo la Nasa deve ricorrere alle migliori menti per creare un tipo di cibo in grado di resistere e conservarsi per un periodo così lungo e, per giunta, in un luogo così lontano dal pianeta Terra. L’agenzia spaziale statunitense, con la collaborazione dei colleghi canadesi, ha così promesso un premio da 500mila dollari a chiunque riuscirà a inventare quello che è stato già ribattezzato cibo del futuro.
Certo, nei decenni l’uomo ha inventato diversi tipi di cibo da mandare nello spazio insieme agli astronauti. Ma stavolta la Nasa vuole un qualcosa che sia anche gustoso e allo stesso tempo adatto alla estrema realtà dello spazio. Il contest, che si intitola Deep Space Food Challenge, è stato lanciato nei giorni scorsi e tutte le informazioni sono disponibili nell’apposito sito. Chiunque vorrà partecipare dovrà iscriversi entro il 28 maggio, mentre i progetti dovranno essere consegnati entro il mese di luglio 2021. Le risorse, ben 500mila euro, sono però destinate ai soli cittadini statunitensi.
L’obiettivo della Nasa, insomma, è quello di dire basta ai cibi in polvere, in scatola e disidratati che da sempre accompagnano le missioni spaziali. Adesso c’è da volare su Marte, presumibilmente entro il 2033, e gli astronauti del futuro dovranno cibarsi di pietanze del tutto nuove. «Creare nuove tecnologie o sistemi di produzione alimentare che richiedano risorse minime e producano scarti minimi, fornendo allo stesso tempo cibo sicuro, nutriente e gustoso per missioni di esplorazione umana di lunga durata – si legge in una nota dell’Ansa -. Secondo la Nasa, se si riuscisse ad arrivare ad un sistema del genere sarebbe, inoltre, un grande passo in avanti per la produzione alimentare in tutto il mondo, ma soprattutto in ambienti estremi, regioni scarse di risorse o luoghi devastati da disastri naturali». La sfida è lanciata. E tante menti sono già al lavoro. Il cibo del futuro farà presto il suo debutto.
Dario Budroni