Il Covid ha fatto riscoprire la bicicletta
Il dossier di Legambiente: boom delle vendite e degli spostamenti. In aumento anche le piste ciclabili lungo le strade delle città
Lo si vede chiaramente per le strade delle città. E a confermarlo adesso sono anche i numeri: dopo il lockdown di primavera in tutta Italia si è registrato un vero e proprio boom delle biciclette. Sono aumentati i mezzi su due ruote, sono cresciuti gli spostamenti e sono state anche realizzate nuove piste ciclabili a tempo di record. Il dossier Covid Lanes, pubblicato nei giorni scorsi da Legambiente, scatta una interessante fotografia di ciò che sta accadendo da qualche mese lungo le strade italiane. «Il sostanzioso aumento dell’utilizzo della bicicletta è descritto anche nei monitoraggi della popolare applicazione Google Maps, che ha registrato il numero di richieste di indicazioni stradali in bicicletta in tutto il mondo, tra febbraio e giugno, rilevando un aumento globale delle richieste pari al 69% – spiegano da Legambiente -. L’Italia non fa certo eccezione: basta infatti considerare il notevole incremento di vendite di biciclette che, secondo le stime di Ancma, nel mese di maggio 2020 è stato del 60% in più rispetto al venduto nello stesso periodo dell’anno precedente, certamente anche grazie allo stanziamento degli incentivi governativi».
Grazie al sistema Eco-Counter, che si basa su una rete di contatori di biciclette, è stato inoltre possibile confrontare i numeri del 2020 con quelli del 2019. «Nel mese di settembre 2020 è stato registrato un aumento del 27,5% in Italia, del 25,3% in Portogallo, del 24,5% in Francia e del 20% nel Regno Unito e in Germania rispetto a settembre del 2019 – spiegano da Legambiente -. Nel mese di ottobre 2020, in quasi tutti i Paesi presi in esame dal sistema Eco-Counter, il numero di biciclette era superiore a quello dello stesso periodo dell’anno precedente e la crescita più significativa è stata registrata in Italia (+48,4%). Inoltre, l’analisi dei dati mensili registrati da Eco-Counter in Italia nel corso del 2020, mostra picchi significativi dell’uso delle biciclette nei periodi di maggio (+81%) e settembre/ottobre (+73%): un boom certamente riconducibile agli effetti della pandemia e del lockdown sulle abitudini di mobilità in Italia, soprattutto durante i giorni infrasettimanali».
Allo stesso tempo sono anche aumentate le piste ciclabili. Un boom che riguarda un po’ tutto le città italiane. «Nel 2020 abbiamo scoperto che è possibile realizzare, anche in pochi giorni, corsie riservate alle bici con costi contenuti e interventi leggeri, lungo gli assi prioritari e le tratte più frequentate – spiegano da Legambiente -. Interventi minimi che possono essere sviluppati successivamente con l’aggiunta di protezioni e la definizione di passaggi esclusivi mirando a trasformarli, nei mesi successivi, in vere ciclabili. Sono le cosiddette ciclabili pop-up, realizzate dopo il lockdown in ogni parte del mondo».
In tutto sono 193 i chilometri di ciclabili pop-up, con Milano in cima alla classifica. «Il 2020 è stato evidentemente un anno di svolta per le ciclabili ma ora serve un deciso salto di qualità per confermare lo sviluppo della mobilità ciclabile e per garantire anche la sicurezza per chi si sposta in bici – dichiara il vice presidente di Legambiente, Edoardo Zanchini -. L’obiettivo è di ripensare lo spazio urbano per portare qualità e ridurre i rischi di incidentalità adottando soluzioni infrastrutturali per ridurre la velocità e lo spazio stradale dedicato alle automobili. Serve raddoppiare le ciclabili entro il 2025, per mandare un messaggio chiaro di cambiamento in positivo a chi vive nelle città, e trasformare le nuove pop-up, in tempi ragionevoli, in veri percorsi protetti. Per realizzare tutto ciò, bisogna inserire questo tipo di infrastrutture urbane nel Recovery plan e investire un miliardo di euro in cinque anni, seguendo l’esempio di paesi come l’Inghilterra, per questi interventi».
Dario Budroni