L’abitazione del grande artista futurista era chiusa dagli anni Novanta, oggi viene aperta al pubblico per una mostra
Una casa che è una vera e propria opera d’arte totale. Ogni cosa, dalle mattonelle, ai soffitti, agli abiti, alle porte è appositamente amalgamato in un progetto caleidoscopio unitario che si è sviluppato nel tempo. Quel tempo che ha visto il grande artista futurista Giacomo Balla e le sue due figlie Elica e Luce, anche loro pittrici, abitare e modellare ogni dettaglio di quella straordinaria abitazione a Roma di via Oslavia, nel quartiere Della Vittoria. Balla ci visse e lavorò dal 1929 sino alla sua morte nel 1958. Da giovedì prossimo, 2 dicembre e fino al 31, il MAXXI di Roma aprirà al pubblico le porte di questa casa d’arte laboratorio.
“Balla comincia a maturare Il concetto di questa casa nel periodo futurista – ha dichiarato il direttore del MAXXI, Bartolomeo Pietromarchi -, tanto che viene menzionato in un famosissimo manifesto dal titolo “La Ricostruzione Futurista dell’Universo” e che poi applica e realizza concretamente. L’abitazione è stata immaginata, decorata completamente dai soffitti, dai muri, alle suppellettili, fino ai vestiti. Un’idea della casa come universo che viene riproposta come un allestimento con oggetti che erano ancora presenti che però ne restituiscono non soltanto l’idea di decorazione futurista, ma anche i ritratti di coloro che l’hanno vissuta”.
Casa Balla ha chiuso le sue porte negli anni Novanta con la scomparsa di Elica e Luce Balla ed è stata da sempre un salotto intellettuale per molte personalità dell’arte e della cultura. Il Ministero dei Beni Culturali l’ha dichiarata di interesse culturale nel 2004 e solo oggi grazie ad un attento lavoro di studio e messa in sicurezza dei beni curato dal MAXXI e della Soprintendenza di Roma è stato possibile allestire la casa del Maestro e aprirla al pubblico.
“Casa Balla – ha poi concluso Domitilla Dardi, curatrice della mostra – è veramente una casa d’artista perché i tre artisti che ci vivranno per tutta la loro vita. La alterneranno senza soluzione di continuità tra la loro vita professionale e la loro vita reale ed emotiva. Esistono molti dettagli di questa casa che parlano proprio del loro modo di intendere la loro arte così commista”. Evocative le due stanze di Elica e Luce che sono interpretate come due ritratti. Quella di Elica, per esempio, è dedicata a una delle cose che ha dipinto di più: le nuvole. Impreziosita, poi, da un bellissimo ritratto anni Trenta.
La mostra sarà visitabile dal giovedì alla domenica dalle 10 alle 19.
Davide Mosca