Secondo uno studio i minerali presenti sul suolo lunare arrugginiscono nonostante l’assenza di ossigeno e acqua liquida

La Luna: per millenni questo nostro satellite ha plasmato la vita e l’immaginario collettivo dell’umanità, basti pensare alle sue fasi – che scandivano i ritmi della mietitura e della seminatura nell’antichità – o alla moltitudine di leggende che hanno per protagonista questo astro celeste, scaturite dalla fantasia del folklore e della tradizione popolare. A queste credenze ora si aggiunge un nuovo mistero, ben più reale e scientifico: la Luna si sta arrugginendo, e non sappiamo esattamente il perché.

Una recente ricerca basata sui dati raccolti dal satellite orbitale Chandrayaan-1 dell’Indian Space Research Organization – lo stesso che ha individuato il ghiaccio sul suolo lunare nel 2008 – ha infatti rilevato la presenza di ematite ai poli lunari. Questo minerale è una forma di ossido di ferro, o ruggine, ed è prodotto quando il ferro viene esposto all’ossigeno e all’acqua. Di cui la Luna è priva. «È davvero strano, – ha dichiarato in proposito Shuai Li, autore e ricercatore presso l’Università delle Hawaii – la Luna è un ambiente terribile per la formazione di ematite». E il mistero è proprio questo: come hanno fatto i minerali presenti sul suolo lunare ad arrugginire in assenza di ossigeno e acqua liquida?

Sorprendentemente, la risposta potrebbe venire dal vicino ingombrante della Luna, la nostra Terra. Il nostro pianeta, infatti, durante le sue rivoluzioni lascia dietro di sé una scia del proprio campo magnetico, alla quale si accoda il satellite lunare. L’ossigeno dell’alta atmosfera terrestre può così passare dalla Terra alla Luna attraverso questa coda magnetica – com’è stato osservato dall’orbiter giapponese Kaguya nel 2008 – viaggiando nello spazio per 385 chilometri. L’ematite scoperta sui poli lunari potrebbe quindi essere il prodotto di questo scambio di ossigeno tra i due corpi celesti. Oltretutto, la scia così prodotta dalla Terra avrebbe anche un effetto mitigante sui venti solari, il cui idrogeno blocca i processi di ossidazione. È inoltre possibile che maggior ossigeno abbia percorso questa “autostrada” quando i due astri erano molto più vicini, miliardi di anni fa.

Un’altra incognita è rappresentata dalla presenza di acqua. Mentre la maggior parte della Luna è priva di acqua liquida, si può trovare ghiaccio nei crateri lunari in ombra sul lato nascosto del satellite. Eppure, l’ematite è stata rilevata solo lontano da questi giacimenti. L’ipotesi proposta da Li è che le particelle di polvere, che colpiscono regolarmente la Luna, potrebbero liberare nell’urto molecole d’acqua già presenti sulla sua superficie, aumentando il tasso di ossidazione e mescolandole con il ferro nel suolo lunare. Oppure, potrebbero essere le stesse particelle di polvere a trasportare molecole d’acqua. Così, nei momenti in cui la Luna è protetta dal vento solare e l’ossigeno è presente, avrebbero luogo le reazioni chimiche necessarie a indurre l’ossidazione, e quindi la ruggine.

 

Francesco di Nuzzo

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