Il mondo piange Ennio Morricone
Il compositore che ha fatto la storia del cinema è morto all’età di 91 anni. L’ultimo pensiero per la moglie: «A lei il più doloroso addio»
È il mondo che lo piange. Da Roma a Los Angeles. Ennio Morricone se ne va a 91 anni e lascia un vuoto incolmabile. Due premi Oscar – ma ne avrebbe meritati almeno il triplo – e un qualcosa come cinquecento colonne sonore, il compositore nato nella capitale nel 1928, per oltre mezzo secolo considerato quasi un dio vivente, adesso si prende la sua ultima standing ovation. Tutti lo ricordano, chiunque vuole dedicargli un pensiero. Ennio Morricone è morto in una clinica della sua città, la notte del 6 luglio, dove era stato ricoverato da qualche tempo dopo la rottura di un femore. Appena annunciata la notizia della scomparsa, il mondo intero si è come inchinato davanti al mito. Sergio Mattarella, presidente della Repubblica, ha interpretato perfettamente il sentimento degli italiani: «La scomparsa di Ennio Morricone ci priva di un artista insigne e geniale. Musicista insieme raffinato e popolare, ha lasciato un’impronta profonda nella storia musicale del secondo Novecento. Attraverso le sue colonne sonore ha contribuito grandemente a diffondere e rafforzare il prestigio dell’Italia nel mondo». Giuseppe Conte, presidente del Consiglio, ha invece detto: «Ricorderemo sempre, con infinita riconoscenza, il genio artistico del maestro Ennio Morricone. Ci ha fatto sognare, emozionare, riflettere, scrivendo note memorabili che rimarranno indelebili nella storia della musica e del cinema».
E poi, naturalmente, c’è il mondo dell’arte e dello spettacolo in generale. Il compositore delle colonne sonore che hanno fatto la storia del cinema, da quelle per Sergio Leone a quelle per Quentin Tarantino, è stato omaggiato praticamente da tutti. Musicisti, cantanti, attori, presentatori tv, scienziati, squadre di calcio, direzioni teatrali. Chiunque ha voluto esaltare la genialità di Ennio Morricone, da molti considerato il più grande musicista italiano del Novecento. Perché il compositore scomparso poche ore fa è stato davvero un gigante che è riuscito a entrare nel cuore delle persone attraverso immortali melodie capaci di andare anche oltre i film. Impossibile non ricordare quelle scritte per pellicole del calibro di Per un pugno di dollari, Il buono, il brutto e il cattivo, Per qualche dollaro in più, Giù la testa, Novecento, C’era una volta in America, C’era una volta il west, Cinema Paradiso, Mission e Sacco e Vanzetti, solo per citarne alcune. Due gli Oscar vinti: uno alla carriera, nel 2007, e uno per il film di Tarantino The Hateful Eight, nel 2016.
Il maestro delle colonne sonore, insomma, se n’è andato. E lo ha fatto con assoluta discrezione, come era nel suo stile. Anche per questo i suoi funerali si celebreranno in forma privata, come lui stesso ha chiesto in uno struggente necrologio che ha voluto scrivere da solo: «Ennio Morricone è morto. Lo annuncio così a tutti gli amici che mi sono stati sempre vicino e anche a quelli un po’ lontani che saluto con grande affetto. Impossibile nominarli tutti. Ma un ricordo particolare è per Peppuccio e Roberta, amici fraterni molto presenti in questi ultimi anni della nostra vita. C’è una sola ragione che mi spinge a salutare tutti così e ad avere un funerale in forma privata: non voglio disturbare. Saluto con tanto affetto Ines, Laura, Sara, Enzo e Norbert, per aver condiviso con me e la mia famiglia gran parte della mia vita. Voglio ricordare con amore le mie sorelle Adriana, Maria, Franca e i loro cari e far sapere loro quanto gli ho voluto bene. Un saluto pieno, intenso e profondo ai miei figli Marco, Alessandra, Andrea, Giovanni, mia nuora Monica, e ai miei nipoti Francesca, Valentina, Francesco e Luca. Spero che comprendano quanto li ho amati. Per ultima Maria (ma non ultima). A lei rinnovo l’amore straordinario che ci ha tenuto insieme e che mi dispiace abbandonare. A Lei il più doloroso addio».
Dario Budroni
© Le foto sono tratte dalla pagina Facebook Maestro Ennio Morricone