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Il verde come metafora della guarigione

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16/03/2020

Mario Cucinella trasforma la città delle fabbriche in Città della Salute

L’umanizzazione dei luoghi di cura è un tema sempre più attuale, e finalmente si sta facendo spazio l’idea che gli ospedali non debbano essere solo luogo di cure fisiche ma anche di tutti gli aspetti emotivi, psicologici e relazionali che la degenza comporta.

È proprio rivedendo il concetto di ospedalizzazione che è stato pensato il  progetto della Città della Salute e della Ricerca a Sesto San Giovanni (MI), un polo di eccellenza che sarà realizzato dallo studio di architettura di Mario Cucinella, partendo dal concept dell’ospedale modello di Renzo Piano e Umberto Veronesi.

Dopo 4 anni di stop, la città delle fabbriche, sulle aree dell’ex acciaieria Falck, si trasformerà in un centro multidisciplinare e in una delle operazioni in campo sanitario più importanti di tutta Europa. La proposta progettuale si basa innanzitutto sul ruolo di spicco che l’Istituto Nazionale dei Tumori e l’Istituto Neurologico Besta rivestono nel sistema sanitario nazionale e internazionale, in particolare nel campo dell’oncologia e della neuroscienza.

Il nuovo centro di ricerca e cure porrà al centro la salute del paziente, e ambisce a rendere la struttura ospitale per lui, i suoi familiari e il personale sanitario, “portando dentro la malattia” e dentro il luogo di cura, spazi ibridi di umanità, di natura, di urbanità e di lavoro che facilitino l’incontro fra i degenti e i visitatori. Appartamenti con salotti, terrazze e cucine potranno essere condivisi dal malato e dai suoi ospiti.

La Città della Salute si aprirà su una grande piazza coperta, luogo di incontro e sede del  servizio di accettazione ospedaliera, e da lì si svilupperà il viale coperto a contatto con il parco. Dal viale si accede ai servizi ambulatoriali e alle grandi serre, pensati come luoghi di incontro tra pazienti e visitatori.

Le stanze dell’ospedale prevedono grandi bow-window che affacciano sui giardini interni, per mantenere il contatto visivo con il verde anche quando non è possibile usufruirne direttamente. Gli spazi sono stati progettati come luoghi di soggiorno in cui diventa fondamentale l’interazione con la natura, comunicando sicurezza, orientamento e armonia. Inoltre, saranno realizzati 5 giardini interni, metafora degli organi: il giardino del respiro, il giardino dell’emozione, il giardino della pienezza, il giardino del cambiamento e il giardino della rinascita.

L’uomo da sempre ha un rapporto stretto con le piante, sia per fini alimentari che terapeutici, e proprio per l’importanza della relazione con il mondo vegetale, sono  previsti padiglioni immersi nel verde che consentiranno il dialogo tra uomo e natura, per ricercare quell’equilibrio che spesso la malattia altera, intendendo il verde come metafora della guarigione.

Oltre agli spazi per la degenza e la piastra tecnologica, troveranno spazio ambienti per la ricerca e la didattica; la quasi totalità delle coperture sarà attrezzata con tetti verdi per il raffrescamento e l’isolamento termico.

La Città della Salute e della Ricerca di Cucinella è un modello edilizio e organizzativo nel quale le attività cliniche e di ricerca avvengono in luoghi contigui, ma con proprie specificità, marcando una netta differenziazione con i modelli consueti di edilizia ospedaliera. Questa nuova struttura avrà come fulcro principale l’attività di ricerca, in grado di proporre alla comunità sanitaria nuovi indirizzi diagnostici e pratiche terapeutiche. L’attenzione dunque si sposta sul futuro delle cure, sull’innovazione e la ricerca per meglio curare e capire l’uomo.

Come dichiara l’architetto Mario Cucinella: “Grazie a questa firma, finalmente, dopo tanto tempo perso, si può partire con la progettazione. Ora è importante che si proceda nel costruire quest’opera. Intervento che è sicuramente il più importante di questo tipo in Europa. Abbiamo cercato di sviluppare un progetto in cui la bellezza spaziale diventa elemento centrale nella ricerca verso l’umanizzazione delle cure, e in cui il paziente è al centro del servizio. Per millenni l’uomo ha sviluppato una complicità fondamentale con il mondo vegetale che con questo progetto vogliamo nuovamente far nostra”.

 

Nathalie Anne Dodd

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