“Quando muori resta a me” è il titolo dell’ultimo fumetto che mette la figura paterna del fumettista aretino al centro dell’opera

Inaspettatamente, la grande casa editrice di fumetti Bao Publishing, ha annunciato tramite video su Instagram la data della prossima pubblicazione della tanto chiacchierata narrativa di Zerocalcare. La storia, che sta terminando in queste settimane, è di una bellezza rara; riafferma la Bao. Parla, per la prima volta in modo approfondito, del rapporto con suo padre. Vi piacerà tanto; promette. L’inattendibilità dell’edizione deriva dalle critiche ricevute dall’autore in seguito alla declinazione mirata dell’invito a partecipare al Lucca Comics. L’evento annuale dedicato al mondo del fumetto si trova, infatti, nel centro del mirino politico. Opinioni contrastanti sovrastano la ricorrenza lucchese che ha comunicato la partecipazione protagonista dell’ambasciata israeliana. Il patrocinio dell’evento, infatti, da quest’anno è nelle mani dell’ambasciata d’Israele, così come il manifesto ufficiale frutto della collaborazione di due fratelli originari di Tel Aviv, Asaf Hanuka e Tomer Hanuka. L’annuncio ha sollevato un polverone di opinioni contrastanti non da poco, al punto che artisti come Zerocalcare hanno deciso, in tutta risposta, di astenersi dalla partecipazione. Esprimendo la piena disapprovazione nei confronti della controversa novità, l’autore ha condiviso sui social un comunicato nel quale espone chiaramente le ragioni della sua presa di posizione. Senza troppi giri di parole: purtroppo il patrocinio dell’ambasciata israeliana su ‘Lucca Comics’, per me, rappresenta un problema; chiarisce il fumettista, celebre per la sua raffinata/rara/ricercata capacità di trasporre/portare/inserire contenuti sociali e politici più delicati nel vivo delle sue narrazioni. In questo momento, in cui a Gaza sono incastrate due milioni di persone che non sanno nemmeno se saranno vive il giorno dopo, in seguito ad oltre 6000 morti civili, uomini, donne e bambini affamati e ridotti allo stremo in attesa del prossimo bombardamento o di un’invasione di terra, mentre politici sbraitano in TV che a Gaza non esistono civili e che Gaza dev’essere distrutta, mentre anche le Nazioni Unite chiedono un cessate il fuoco – il minimo davvero – che viene sprezzantemente rifiutato, per me venire a festeggiare lì dentro rappresenta un corto circuito che non riesco a gestire. Mi dispiace nei confronti della casa editrice, dei lettori e delle lettrici che hanno speso denaro per treni e alloggi, e anche per me stesso. Questo perché Lucca per me è sempre stato un gigantesco accollo ma anche un momento di calore ed incontro. Lo so che quello sul manifesto è solo un simbolo, ma quel simbolo per molte persone a me care rappresenta in questo momento la paura di non vedere il sole sorgere domattina, le macerie sotto cui sono sepolti i propri cari, la minaccia di morire intrappolati in quel carcere a cielo aperto dove tanti ragazzi e ragazze sono nati e cresciuti senza essere mai potuti uscire. Pur risalendo ad un periodo precedente allo scoppio della guerra contro Hamas, la decisione artistica attuata dal festival, è, indubbiamente, divenuta (pienamente) politica. A causa dell’intensificazione sistematica delle ostilità tra Palestina ed Israele, la questione ha acquistato un valore tale al punto da (far sorgere interrogativi che) mettere in discussione l’integrità etica della fiera stessa. Una manifestazione culturale così avente pubblico internazionale non può permettersi il comoda provvedimento di ignorare i drammatici avvenimenti causa dei quali il Medio Oriente piange innumerevoli vittime. Ne risulta, quindi, un chiaro e ambivalente scontro di opinioni. L’insopportabile attesa avrà finalmente fine il 7 maggio, dead line del debutto della graphic novel in tutte le librerie italiane. La figura del padre, già nota tra i fedeli lettori, prende spunto dai tratti caratteristici del personaggio papà del panda Po in Kung Fu Panda dalle fattezze di un’oca cignoide. Il signor Calcare questa volta è divenuto il nucleo attorno al quale si sviluppa la narrazione, in confronto alla presenza ampiamente più presente della madre nelle pubblicazioni precedenti, disegnata come la Lady Cocca del Robin Hood targato Disney. Quando muori resta a me sarà il primo albo a fumetti del del tutto inedito di Zerocalcare dalla pubblicazione del 2022 di No Sleep Till Shengal, denuncia esplicita delle ingiustizie inflitte su di una minoranza stanziata nel nord dell’Iraq e sopravvissuta al genocidio dell’ISIS, la popolazione degli Ezidi. Grazie alla sua ironia e sorprendente autenticità, con questo titolo, Zero ha ricevuto il Premio Terzani 2023, scalando, lo stesso anno, tra le classifiche di Netflix per la celebre serie animata Strappare lungo i bordi. All’anagrafe Michele Rech, lo stimato autore ha volto a suo favore l’infinita rete mediatica del web come trampolino di lancio. Figlio dell’editoria indipendente, apre un blog personale nel quale illustra eventi e storie quotidiane, per poi debuttare nel 2011 con la prima opera stampata La profezia dell’armadillo, seguita da numerose altre pubblicazioni, un lungometraggio e due serie animate prodotte da Netflix scritte e dirette dall’artista: Strappare lungo i bordi appunto, e Questo mondo non mi renderà cattivo, disponibile dal 2023. Al medesimo anno risale anche Dopo il botto, la retrospettiva creatasi attorno alla diffusione del Covid19. Presentata ed esposta negli inclusivi spazi della Fabbrica del Vapore di Milano, conduce a un’ampia e sottile riflessione sulla condizione sociopolitica susseguente la pandemia del 2020.

Sibilla Panfili

Foto Wikipedia

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