India oggi: le foto che non ti aspetti
La prima mostra a raccogliere e a presentare a livello europeo settant’anni di fotografia indiana in un unico grande progetto espositivo composto da oltre 500 opere tra fotografie, video e installazioni
Il Magazzino delle Idee di Trieste prosegue fino al 7 aprile l’esposizione della mostra “India oggi”, l’inedito esperimento che per la prima volta raccoglie e presenta a livello europeo 70 anni di fotografia indiana in un solo progetto espositivo.
All’interno delle sale viene ricostruita attraverso le opere di 17 artisti una storia che parte dall’Indipendenza e arriva ad oggi, una narrazione che parla dell’ India partendo dai suoi artisti e dalle sue opere, non dalla colonizzazione. Questa esposizione è un piccolo tassello che ci porterà in futuro a ricostruire la storia sociale e culturale dell’India attraverso parole e immagini giuste. La mostra restituisce un quadro ricchissimo e inedito grazie a oltre 500 opere (tra fotografie, video e installazioni) volte a mostrare lo sviluppo esponenziale di questo paese tra inevitabili contraddizioni e una grande fame di futuro.
Questo progetto offre al pubblico l’occasione di confrontarsi con alcune delle questioni più ossimoriche della nostra epoca: le conseguenze del colonialismo e “lo sviluppo”.
Le fotografie parlano di una storia fatta di contraddizioni, mettendo in rilievo alcune tematiche fondamentali nella storia dell’India, come la diaspora musulmana verso Pakistan e Bangladesh, i problemi del boom economico, il sovraffollamento, le migrazioni indotte dalle ricerca delle risorse naturali, la convivenza con gli animali che si ritrovano senza habitat naturale. Le interazioni tra caste o la questione LGBTQ+, che vede il Paese riconoscere con il nome di “hijra” un terzo sesso – secondo una tradizione molto antica – corrispondente all’identità di genere non binaria. Gli artisti contemporanei offrono un punto di vista estremamente critico, nonostante siano molto orgogliosi del proprio Paese: l’India sta a tutti gli effetti scalando il mondo, ma non certo senza conseguenze
Filippo Maggia, curatore della mostra, parla del motivo per cui questa esposizione ha una connaturata caratteristica avanguardista : “Senza alcuna presunzione, penso che possa essere considerato un riferimento, un primo step da cui indagare e monitorare quello che è l’andamento della ricerca artistica in India, guardando soprattutto a questa nuova generazione, perfettamente integrata nel sistema dell’arte globale. Escludendo nomi troppo noti, sono andato a guardare all’ultimo ventennio scegliendo artisti forti e aggressivi, tutti molto politicamente e socialmente impegnati. Questa è l’India di oggi. Laddove l’Occidente è rimasto indietro nella capacità critica, il Sud del mondo è andato avanti.”
Viola De Colombi Bosetti