Al via a Roma una spettacolare mostra realizzata dall’astronauta Paolo Nespoli e dal fotografo Roland Miller
Il 2 novembre è una data storica per la scienza. Le principali agenzie spaziali governative inauguravano vent’anni fa la Stazione Spaziale Internazionale, che è diventata fino ad oggi la casa di 141 astronauti provenienti dal 19 Paesi.
La mostra
Tutto ciò è al centro della mostra Interior Space A Visual Exploration of the International Space Station, organizzata alla Galleria del Gembalo a Roma per celebrare questo straordinario traguardo va oltre le grandi scoperte scientifiche. Deve essere stata un’esperienza senza dubbio preziosa ruotare attorno alla Terra a 400 km di altezza. Come deve essere impagabile assistere il sole sorgere e tramontare per sedici volte nell’arco di 24 ore. La velocità sostenuta della stazione (si parla di 27.500 km all’ora) ha i suoi benefici. Girare il mondo in 90 minuti, ad esempio. Ma non è l’unico aspetto interessante contenuto nelle fotografie di Interior Space, scattate per l’occasione da Paolo Nespoli sotto la supervisione del fotografo americano Roland Miller.
Ricordi dal pianeta Terra
Osservando gli scatti pubblicati sul New York Times, si percepisce la presenza umana in quegli spazi che di partenza apparivano asettici. Fili, computer, apparecchi elettronici danno una prima sensazione di stare in un mondo distante. Come se ci si trovasse dentro i grandi romanzi o i film iconici del genere fantascientifico. Vedere le fotografie di amici, parenti, consorti o delle grandi figure del passato dimostra invece un bisogno quasi istintivo di riportare i propri pensieri sulla Terra. Del lancio dello Space X di qualche mese fa, tutti ricordano l’episodio di Tremor the Dinosaur, il giocattolo selezionato da Robert Behnken e Douglas Hurley. La scelta di un peluche come questo serve a stabilire il momento esatto in cui gli astronauti raggiungono la gravità zero, ma perché proprio un dinosaruro? Perché è l’oggetto che più li accomuna, essendo entrambi i figli appassionati di dinosauri. «Spero – ha affermato Behnken durante una delle tante dirette su YouTube – che siano entusiasti di vedere un loro giocattolo fluttuare con noi a bordo». Dunque anche il più piccolo gesto che ruota attorno a una sperimentazione scientifica non può prescindere dalla sensibilità del singolo. Motivo per cui non deve sorprendere più di tanto vedere due figure lontane come un fotografo (Roland Miller) e un’astronauta (Paolo Nespoli), unite dallo stesso intento: raccontare l’umanità nello spazio.
Paolo Nespoli, lo spazio in uno scatto
Il risultato di Interior Space A Visual Exploration of the International Space Station, realizzato con il supporto di Leonardo, è di guardare dentro quelle stanze e vivere quell’esperienza con la forza dell’immaginazione, vista la gravità che ci tiene con i piedi per terra. Nespoli da questo punto di vista offre un racconto personale del suo viaggio all’interno della stazione, maturato già in Libano nel 1982, quando già ha avuto modo, durante il periodo militare, di effettuare dei reportage fotografici. Questa predisposizione si è poi rafforzata con le varie missioni spaziali nel 2007, 2010-2011 e 2017, grazie a cui in quei 313 giorni attorno alla Terra è riuscito a documentarla in una chiave inedita, mostrando la sua incredibile bellezza da una diversa prospettiva. Tutto ciò sarà poi disponibile nel volume Interior space. A visual exploration of the international space station di Damiani Editore.
Riccardo Lo Re