“Da qualche anno ero curioso di visitare l’Asinara. Volevo andare alla ricerca delle tracce di storia di quest’isola che nel 1885 venne strappata ai suoi abitanti per essere trasformata in una colonia penale agricola e un lazzaretto per la quarantena dei malati di tubercolosi. Durante la Prima guerra mondiale vi furono deportati i prigionieri di guerra e dagli anni ’60 del secolo scorso ha subito una nuova trasformazione in carcere di massima sicurezza. Solo nel 1997 l’isola è diventata Parco Nazionale.
Ho soggiornato nell’unico ostello presente all’Asinara e l’ho visitata camminando a piedi, con la mia macchina fotografica. L’essere stata isolata per tantissimi anni l’ha preservata dalla cementificazione. Le costruzioni sono in completo abbandono ma conservano ancora le tracce del passato: gli stemmi della monarchia sabauda, il salone da barbiere, la cucina… Le capre selvatiche, i mufloni, i somari albini circolano liberamente e si lasciano avvicinare dai pochi visitatori.
Ho scattato tante immagini affascinato dalla possibilità di documentare la storia di questi luoghi e il suo paesaggio incontaminato. Ho cercato di immaginarmi la vita dei detenuti che hanno passato qui tanti anni della loro vita diventando anche contadini e allevatori. Quando hanno finito di scontare la pena alcuni di loro hanno chiesto di rimanere sull’isola”.
Salvatore Lumia, nato a Villalba, in Sicilia, vive a Calderara di Reno, Bologna. Ha lavorato nel campo delle arti grafiche e si è avvicinato alla fotografia più di 40 anni fa con l’intento di documentare e registrare momenti ed eventi che sarebbero serviti, in futuro, a rinnovare il ricordo e le emozioni provate. Anche se si cimenta in ogni genere di fotografia quella che predilige è la street photography.