It’s Not Over ’til It’s Over, la mostra di Lussu e Ottonello a Cagliari
L’esposizione, in programma alla Galleria Macca, offre al pubblico uno sguardo autentico sull’arte contemporanea grazie alla visione di due artisti di talento
Si avrà tempo fino al 27 aprile per visitare la mostra It’s Not Over ’til It’s Over. Un evento all’insegna della cultura che pone le basi per una serie di riflessioni sulla conservazione dell’arte. La Galleria Macca a Cagliari ha scelto di unire due artisti Lalla Lussu e Antonello Ottonello proprio per dare un messaggio deciso alla società di oggi. Non c’è infatti solo questa lunga ricerca compiuta tra le linee dell’arte contemporanea in Sardegna del Secondo Novecento a generare interesse in questa mostra che, come in tante altre occasioni, lascia intravedere linguaggi frutto di sperimentazioni particolari ben rappresentati dai lavori degli artisti. Il vero problema, come afferma Efisio Carbone, è trovare un modo per mantenere intatta la memoria di queste opere e valorizzare le collezioni dei maestri recentemente scomparsi. Un fardello, usando le parole di Carbone, «la cui gestione è lasciata interamente alle famiglie senza il necessario sostegno economico e qualificato dello Stato e degli enti locali». Senza strumenti adeguati come gli archivi che tutelano gli artisti il rischio è «di scomparire impoverendo drammaticamente la storia culturale regionale e nazionale». E questo a volte un problema quando si tratta di promuover un’isola come la Sardegna che ha molto da offrire.
It’s Not Over ’til It’s Over ba proprio questo obiettivo dato che si parla di due artisti di grande esperienza come Antonello Ottonello e Lalla Lussu. Nel caso di Ottonello la sua formazione è stata il teatro. Un banco di prova straordinario per sviluppare un certo tipo di visione del mondo. Dopo essere rientrata in Sardegna negli anni ‘80 è passata quindi alle arti visive nonostante il palcoscenico sia diventato parte integrante della sua produzione artistica. «Il teatro sopravvive nelle meravigliose tarlatane che avvolgono e risanano, nelle spine che cuciono ferite mai rimarginate così come nell’accettazione del dolore, nella passione per il racconto, nell’amore per tutto ciò che è fragile, nella cura universale».
Stesso discorso, anche se con contenuti diversi, per i racconti di Lalla Lussu che basa la sua essenza nello studio del colore e della luce «come espressione emozionale della meraviglia. Un costante sovvertimento di significanti e significati nella forma sempre in bilico tra figurazione, scomposizione e astrazione». Eppure, conclude Carbone, è «sull’esistenza umana, sulla caducità della vita, sul memento mori, che il messaggio si rafforza e intensifica. Uno sguardo profondo e coraggioso capace di sorridere alla morte, senza timore, nell’accettazione che tutto sta nella natura delle cose».
Riccardo Lo Re
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