La battaglia di Greenpeace per difendere l’Antartico
L’organizzazione chiede l’istituzione di un’area marina protetta per tutelare pinguini e balene. Scatta la raccolta fondi
I cambiamenti climatici continuano a minacciare l’Antartico. E Greenpeace, l’organizzazione che fa dell’ambientalismo e del pacifismo una bandiera, non si volta certo dall’altra parte. Un anno fa, attraverso una mobilitazione che aveva raccolto 2 milioni di adesioni in tutto il mondo, aveva coinvolto governi e aziende nella creazione di un Santuario marino nell’oceano Atlantico. Obiettivo: difendere la casa dei pinguini e delle balene attraverso l’istituzione di quella che sarebbe stata la più grande area marina protetta del pianeta. Il problema, però, è che alcuni paesi hanno bloccato l’accordo e mandato in fumo il progetto. Così Greenpeace, che nella sua storia non si è mai tirata indietro di fronte alle porte sbattute in faccia, è subito tornata a lottare sulle onde del mare.
I volontari di Greenpeace adesso sono nuovamente in Antartico, con due navi e un team formato da attivitsti, scienziati, fotografi e giornalisti. Allo stesso tempo, però, l’organizzazione torna a chiedere una mano ai sostenitori e ai simpatizzanti di tutti i continenti. Attraverso una donazione si può sostenere l’attività di Greenpeace in un momento cruciale della battaglia in favore dei pinguini e dei cetacei dell’Antartico, ancora una volta per chiede l’istituzione di santuari marini che proteggano i luoghi incontaminati del pianeta purtroppo minacciati dalla pesca eccessiva, dall’inquinamento da plastica, dalle trivellazioni e dal cambiamento climatico.
A marzo, inoltre, termineranno i negoziati tra i governi sull’Accordo globale per gli oceani. Una scadenza alla quale Greenpeace vuole arrivare forte del sostegno delle persone che hanno a cuore il futuro del pianeta. Con una donazione rivolta all’organizzazione si potranno infatti sostenere tutte quelle ricerche scientifiche che potranno mostrare quanto siano a rischio gli esseri viventi, come appunto i pinguini, che popolano l’Antartico. Inoltre è anche attraverso le donazioni che si potrà far arrivare la propria voce ai rappresentanti dei governi e invitarli, una volta per tutte, a sottoscrivere un accordo realmente in grado di salvare gli oceani dalla minaccia dell’uomo.
Dario Budroni