La casa di J.R.R. Tolkien è in vendita
L’associazione Project Northmoor vuole trasformarla in un museo. E per farlo, chiede aiuto ai sostenitori dello scrittore
“In una caverna sotto terra viveva uno hobbit”. Così inizia la storia Bilbo Baggins, spinto in una straordinaria avventura in compagnia di un saggio e impavido stregone chiamato Gandalf. Mai avrebbe pensato che un giorno un mezzuomo avesse percorso la Montagna Solitaria, abitata per giunta da un drago ghiotto e avaro. Ma la sua avventura diventerà ben presto leggenda, messa nero su bianco da J.R.R. Tolkien ne Lo Hobbit, uscito nel 1937. Da qui, Tolkien comincia a forgiare un mondo immaginario, La Terra di Mezzo, dove si svolgerà una delle storie più epiche della letteratura contemporanea, Il Signore degli Anelli.
La casa di Oxford
Ecco, tutto questo ha avuto origine in una villa di 325 metri quadri a 20 Northmoor Road, nella città universitaria di Oxford. Tolkien all’epoca insegnava filologia anglosassone, una lingua a cui era particolarmente legato, e per questo decide di trasferirsi insieme alla famiglia. Sono gli anni cruciali della sua carriera non solo accademica, ma anche letteraria. Nei momenti lontani dalla cattedra, Tolkien cominciava a coltivare quel seme che porterà alla creazione di Arda, il mondo dove si svolgerà non solo Lo Hobbit, ma anche i successivi Il Signore degli Anelli e Il Silmarillion, quest’ultimo pubblicato e riadattato dal figlio Christopher dopo la sua scomparsa.
Le radici tra reale e immaginario
Ciò serve a capire quanto effettivamente sia profondo questo legame con questa casa, le cui radici non sono solamente terrene, ma si estendono nei ricordi di chi ha avuto (o sta avendo) il piacere di leggere le pagine dei libri di Tolkien. Al loro interno ci sono infatti i riferimenti a un mondo bucolico e rurale, con la quiete dei paesaggi floridi e fertili, e le tradizioni antiche che hanno arricchito le comunità che lo abita. Ma c’è anche il riferimento alle due guerre mondiali. Il primo è dovuto alla sua esperienza diretta, essendo stato sul fronte con i Lancashire Fusiliers. Con il secondo conflitto alle porte, che ha riportato di nuovo la Gran Bretagna di fronte al caos, Tolkien prese carta e penna e realizzò la trilogia de Il Signore degli Anelli. In un contesto di forte minaccia come quello che ha vissuto nella prima metà del Novecento, J.R.R. Tolkien ha trasformato il buio del momento in un barlume di speranza per chiunque. Anche un hobbit, che non si è sempre distinto per la sua temerarietà, grazie al suo animo puro è in grado di compiere delle imprese che superano di gran lunga la loro statura. Un insegnamento che andrebbe preso da esempio per tutte le vicissitudini che richiedono uno sforzo individuale importante, perché ne va della intera comunità.
L’iniziativa di Project Northmoor
La storia non è dunque finita. Il lieto fine è che questa casa diventi finalmente la porta verso La Terra di Mezzo. Nessun anello da portare al collo. Ma è necessario quel piccolo sforzo per rendere tutto ciò possibile. Su questo si sta muovendo l’associazione Project Northmoor, che ha cominciato una lunga campagna di tre mesi per raccogliere 5,3 milioni di dollari per acquistare la casa di 20 Northmoor Road, e trasformarla così in un museo. «Il sostegno dei fan di Tolkien è enorme, ma non c’è un centro per Tolkien in qualsiasi parte del mondo – afferma la scrittrice Julia Golding al New York Times – Ci sono centri per Jane Austen, Charles Dickens e Thomas Hardy, e, probabilmente, Tolkien è influente quanto lo sono loro». Per ottenerlo, Project Project Northmoor ha riunito il protagonista de Lo Hobbit, Martin Freeman, e parte di quella Compagnia che ha accettato di accompagnare Frodo verso Mordor: John Rhys-Davies (Gimli) e Sir Ian McKellen (Gandalf). «Non possiamo raggiungere questo obiettivo senza il sostegno della comunità mondiale dei fan di Tolkien, la nostra compagnia di finanziatori», conclude Ian Mckellen. Per le donazioni di almeno 25 dollari, si riceverà un attestato di partecipazione al progetto. Oltre quella quota, il nome comparirà nel libro rosso dei fondatori, posizionato proprio nello studio di Tolkien.
Riccardo Lo Re